Un nome come quello della Strana Officina è un autentico colosso dell'heavy metal italiano. Attivo fin dalla fine degli anni Settanta, il gruppo pose, negli anni Ottanta, le base del metal tricolore, grazie ad ep come "The Ritual" e all'indimenticabile lp "Rock 'n' Roll Prisoners". Nuovamente attivi dal 2006, i quattro livornesi si sono dimostrati molto parchi di esibizioni dal vivo, rendendo di fatto ogni loro concerto un evento.
In occasione della loro partecipazione alla Festa Bikers di Cologno al Serio, nella bergamasca, un disponibilissimo Rolando Cappanera ci racconta cosa bolle in pentola dalle parti di Livorno. Buona lettura.
1. RR: Nel 2006 c'è stata la reunion della Strana Officina: a distanza ormai di sette anni cosa ne pensi? Qualcosa poteva andare meglio? Siete comunque soddisfatti?
RC: Siamo soddisfatti. Nel 2006 abbiamo fatto questa reunion, che è nata così, dal niente, con la richiesta degli organizzatori del Gods of Metal, che ai tempi era ancora la Live. Ci siamo riuniti dopo anni che non ci rivedevamo e dal 2006 ad oggi abbiamo fatto comunque un bel po' di cose belle: bei concerti, un album di inediti, pubblicato un box, fatto poi "The Faith", con i vari successi risuonati con la nuova formazione. Alla fine siamo soddisfatti, ovvio che al meglio poi non c'è mai fine ed è anche bene pensarlo, così uno poi cerca sempre di migliorarsi, però in fin dei conti siamo soddisfatti. C'è poi da tenere conto che siamo in Italia e ci sono dei vincoli imposti dalla situazione che esiste qui e quindi più di tanto poi non si riesce a fare, però fondamentalmente siamo soddisfatti. 2. RR: Tutti voi, chi di più chi di meno, siete impegnati anche su altri fronti oltre alla sola Strana Officina. Mi chiedevo cosa ne pensi della situazione italiana per quanto riguarda i concerti. Voi non suonate tantissimo, si tratta di una vostra scelta, e quindi preferite suonare solo in certi contesti, o ci sono anche delle difficoltà a trovare situazioni che presentino quel minimo di professionalità necessaria? RC: Diciamo che noi suoniamo poco per scelta. Diciamo anche che siamo un gruppo che ha dei lavori che si sviluppano lentamente. Un po' vuoi il fatto che la Strana Officina è legata al passato quindi ogni passo nuovo va fatto in linea con quanto c'è già stato, cercando di rispettare le radici, quindi siamo un po' lenti nel fare le cose ma le facciamo con oculatezza. Non è neanche possibile pianificare dei tour, tornando anche alla condizione italiana. Sarebbe bello fare un album e poi dire "ok, facciamo un tour di due mesi concentrando tutte le date", però poi alla fine ti scontri anche con la quantità di locali che possano fare una data della Strana Officina, con le condizioni economiche con noi richiediamo e poi soprattutto per le condizioni tecniche. Ci sono tanti problemi, non dipendono dai gestori dei locali, però la situazione in Italia è difficoltosa sotto tanti fronti. In passato paradossalmente era meglio perché c'erano meno restrizioni, meno problemi a livello di permessi, non c'era il problema dell'alcol, che oggi fa bere molto meno, i locali incassano di meno e sono quindi costretti a imporre biglietti di ingresso.. quindi dover suonar in locali che portano gente, vendere biglietti...la situazione quindi è un po' difficile. Noi attualmente suoniamo poco perché scegliamo i posti dove suonare, facciamo selezione, facciamo cose belle, con impianti all'altezza, con situazioni economiche che riescano a soddisfare quello che noi richiediamo. Ad esempio stasera siamo in una bella situazione... ne giova tutto, ne viene fuori un bel concerto, all'altezza del nome della Strana Officina, davanti ad un pubblico di un certo tipo e siamo tutti contenti: gli organizzatori, quelli che ti pagano, noi che suoniamo sul palco e la gente che viene a vedere il concerto. Diciamo che cerchiamo situazioni di questo tipo qui: in Italia non sono tante e cerchiamo di fare selezione. Andare in localini dove c'è un FBT da 350 watt con due cassine, dover suonare in presa diretta su un palchino da 30 centimentri... sinceramente lo facevi vent'anni fa, oggi per la Strana Officina una situazione del genere non sarebbe il massimo.. 3. RR: "Rising to the Call", il vostro ultimo album di inediti, è uscito ormai tre anni fa, nel 2010. A distanza di tempo quali sono le tue considerazioni? RC: Il disco è bello. Quando da musicista fai dischi poi magari succede per un periodo di tempo non lo ascolti neanche, ci metti così tanto tempo per farlo che poi quando viene pubblicato non hai voglia di ascoltarlo. Succede però anche che a distanza di anni di riascoltarlo e tra di noi ci siamo sempre detti che è un bel disco.. spesso ci siamo ritrovati a dire "però riascoltandolo è bello, ci piace". Il disco ci piace. Ritengo che sia un album che alla fine presenta una vena di modernità, c'è quella personalità mia e di Dario (Cappanera, chitarra) che è comunque il "nuovo", però c'è anche il rispetto di un po' di background nostro, che riguarda il passato e che deriva anche da quello abbiamo imparato dalla Strana Officina quando ancora c'era formazione originale con Fabio e Roberto... e quindi fondamentalmente siamo soddisfatti. 4. RR: Vi è stato spesso chiesto se avete in cantiere un dvd, casomai con una ristampa della vhs del tour di "Rock 'n' Roll Prisoners".. avete mai pensato a qualcosa del genere? Casomai ad un cofanetto con un dvd relativo al nuovo corso abbinato ad un altro con vecchio materiale degli anni Ottanta.. RC: Ci abbiamo pensato, ci sono diverse idee. Con mia sorella, che lavora nel cinema e nella fotografia, avevamo cominciato a lavorare, e la cosa è comunque un "work in progress", non è stata abbandonata.. stavamo cercando di fare una sorta di documentario, che inizialmente era nato per raccontare la produzione del disco dei Cappanera "Cuore Blues Rock 'n' Roll" che il secondo album di inediti di Fabio e Roberto, uscito due anni fa. Poi però, visto che il materiale non era abbastanza, pensavamo di allargarlo a tutta la storia legata a Fabio e Roberto e quindi anche alla Strana Officina con video inediti, con un po' di concerti, che ultimamente stiamo riguardando per capire che materiale c'è a disposizione... l'idea c'è, non so poi come andrà a finire, probabilmente porteremo a termine questa cosa del documentario. Per quanto riguarda un dvd dal vivo della formazione attuale noi siamo un po' perfezionisti.. sappiamo che se volessimo fare un dvd di un concerto, che sarebbe comunque una cosa bella per la Strana Officina, ci vorrebbero abbastanza mezzi, sia economici che pratici.. ci vorrebbe una regia mobile, e poi come lo fai? Multitraccia, in presa diretta? Telecamere, palco, luci, locale adatto... In Italia non so quanto valga la pena investire tutti questi soldi per fare un dvd, quando poi dovresti venderlo ad una cifra che non si in quanti te lo comprano.. 5. RR: Ci sono diversi vostri pezzi in italiano, del periodo Settanta/Ottanta, rimasti inediti. Lessi tempo fa, in una vostra intervista, che nel 1995 si era pensato di lavorare a quei pezzi per pubblicarli, ma poi il gruppo si sciolse e ognuno di voi andò per la propria strada. A distanza di anni avete mai pensato di recuperare almeno una parte di quel materiale per pubblicarlo ufficialmente? RC: Tanti dei pezzi in italiano in realtà sono diventati editi perché con il box "La Storia" sono stati pubblicati. In riferimento a quelli che registrammo noi come demo nel '95 con la formazione attuale, ci sono diverse cose che vennero fatte, diversi brani, ma considera che ai tempi quella formazione era molto acerba, io ero giovane, giovanissimo, come anche Dario, sebbene Dario fosse già molto più preparato di me.. io ero un po' scarsino nel '95, complice l'età.. me la cavavo.. poi sono stati registrati con i mezzi che avevamo noi, Dario si improvvisava produttore, era anche bravino, ma insomma, a riascoltarli adesso sono brani un po' deboli da poter pubblicare.. 6. RR: Al giorno d'oggi qual è secondo te il ruolo di una casa discografica nella vita di un artista? Molti musicisti, anche di peso, preferiscono ormai autoprodursi piuttosto che dover sottostare ai dettami di una casa discografica.. RC: Noi come Strana Officina, con il nome che portiamo, abbiamo avuto la fortuna di poter lavorare con delle case discografiche che, sebbene fosse case discografiche indipendenti del settore metal italiano, c'hanno comunque dato la possibilità di fare degli album, prodotti dall'etichetta, dandoci quindi la possibilità di andare in studio pagati dall'etichetta con anticipo delle royalties o acquisto del master, diverse formule, lavorando bene anche come ufficio stampa.. come Strana Officina non ci possiamo lamentare. Io e Dario abbiamo altre situazioni, come Bud (voce) ha la Bud Tribe, e spesso siamo caduti nell'autoproduzione. Dario ha lavorato con delle piccole etichette indipendenti non rimanendo pienamente soddisfatto per vari motivi. Io ho preferito, senza aver avuto nessuna offerta, lavorare con autoproduzioni con un mio gruppo, che sono i Tres, che è una band un po' particolare, basata sull'improvvisazione, strumentale, quindi va anche un po' in un settore musicale in cui è difficile trovare quello che ti produce l'album. Diciamo che l'etichetta discografica può servire nel momento in cui ha delle persone che lavorano bene come ufficio stampa, indipendentemente che poi ti diano o meno un anticipo per registrare, però un ufficio stampa e una distribuzione ti possono già offire un assetto stabile su cui poi lavorare quando vai a cercare le date. Quando fai l'autoproduzione sei veramente te che ti organizzi le tue date, ti vendi i tuoi dischi ai concerti.. io, per dire, mi sono fatto due album come autoproduzione con i Tres e comunque li ho venduti ai concerti tutti quelli che ho stampato, però sono due strade differenti. 7. RR: Un mese fa c'è stata una serata organizzata per ricordare Fabio e Roberto: le tue impressioni? RC: E' stata una bellissima serata, nessuno ci pensava.. Al fatto che fosse il ventennale.. mi girava in testa questa cosa perché mi sarebbe piaciuto potere fare qualcosa per il ventennale, però ho detto "se mi devo mettere io ad organizzarlo, a trovare il posto, a cercare, sinceramente non ho voglia".. poi era una martedì sera, il 23, chissà cosa fai di martedì, infrasettimanale, mica fai una bella data.. poi dieci giorni prima, una settimana prima, viene fuori una proposta per poter fare la Strana Officina, però il problema era che che una settimana prima poter avere permessi per il suolo pubblico, impianto, palco e poter pubblicizzare una data della Strana Officina con costi comunque molto alti diventava un problema.. allora questi ragazzi che ci hanno fatto la proposta avevano un locale a Livorno, vicino al mare, con una location molto interessante, allora da lì parlandone con Dario ci è venuto in mente di fare una cosa molto soft, utilizzando il palco del posto, con un piccolo impiantino abbiamo improvvisato questa serata basata sul rock/blues, con un po' di classici rock/blues io, Dario alla chitarra, Simone Luti, il bassista, che è un bassista che io ci sono cresciuto a suonare, che è cresciuto con noi, che Fabio e Roberto hanno praticamente battezzato nella musica, per cui io suono tuttora in questa band, Tres, che ti dico mi sto autoproducendo.. è stato poi il bassista dei Cappanera, la band che io e Dario abbiamo avuto nel '98, con cui abbiamo fatto un album.. abbiamo fatto un bel po' di power blues, che alla fine è legato al passato di Fabio e Roberto perché loro sono nati suonando classici blues di BB King, Robben Ford e Rory Gallagher.. e praticamente lì ci abbiamo legato i Tossic, ospiti, con tre brani.. I Tossic sono una band che molti conosco, questa band molto brava di metal con testi demenziali in italiano, che avevano partecipato al "Luna Nera" del '94, che era il primo memoriale a Fabio e Roberto, fatto oltretutto nello stesso posto, nella stessa area, dove noi abbiamo fatto questa serata.. quindi nel '94 eravamo a distanza di cinquanta metri in linea d'aria, alla Terrazza Mascagni di Livorno.. poi dopo abbiamo invitato il primo cantante della Strana Officina (Johnny Salani) a fare un po' di blues con Dario e un po' di ospiti, tra cui una musicista amica di Fabio e Roberto, e poi abbiamo finito con tre-quattro brani della Strana Officina con la formazione Strana Officina e c'erano un migliaio di persone in un locale piccolo, all'aperto, con un palchettino rivolto verso il mare, palmettine artificiali, barettino all'aperto.. veramente abbiamo coinvolto un sacco di gente, amici, parenti, fan della Strana Officina, fai dei Tossic, curiosi.. è stata veramente una bella serata. 8. RR: Durante la vostra carriera avete scritto canzoni sia in italiano che in inglese, secondo te, considerando il vostro tipo di musica, quale delle due lingue risulta la più adatta? RC: Io, da fan della Strana, ancora prima che da batterista, visto che una volta era solo fan, sinceramente ho sempre preferito il repertorio in italiano. Il repertorio in inglese è ovvio che è più appetibile per l'estero, ma poi, parlandoci in soldi spiccioli, non è che poi la virata nell'inglese abbia poi portato a quale salto. C'è stato un riscontro dall'estero, ottime recensioni, la Strana Officina nei piccoli circuiti è stata conosciuta, però in realtà sinceramente io preferivo la parte in italiano. C'era molto più fascino, i testi erano molti belli, interessanti, si è anche più vicini al pubblico e comunque quando facciamo i concerti la gente chiede se facciamo il cantato in italiano. Oggi siamo arrivati e il gruppo di supporto (per quella serata erano i Ruler, nda) ci ha chiesto subito "ma fate brani in italiano?".. questo risponde alla tua domanda. 9. RR: Oltre alla Strana Officina a livello musicale sei impegnato anche in altri progetti: vuoi spendere due parole? RC: Io oltre alla Strana Officina ho sempre suonato in tantissime situazioni. Ovvio, c'è anche da tenere conto che con la Strana ci siamo ritrovati nel 2006, quindi dal '95 al 2006 io sono cresciuto musicalmente facendo tantissime cose, ho vissuto a Milano.. anche Dario ha vissuto a Milano, abbiamo lavorato nell'ambiente milanese più legato alla musica italiana, tutte esperienze che ci sono servite per crescere, indipendentemente dal genere musicale, per lavorare, anche perché noi ne abbiamo voluto fare una professione, della musica, quindi abbiamo anche cercato canali differenti. Attualmente ho questa band, che sono i Tres, un trio, con Simone Luti, questo ragazzo di cui ti ho parlato prima, e Roberto Luti, che è il fratello. In realtà è la band con cui ho iniziato a suonare, è stata la mia prima band quando avevo dodici anni, facevamo blues. Siamo stati creati, diciamo, da Johnny Salani, il primo cantante della Strana Officina, che, conoscendo il babbo di Roberto e Simone, ci ha messo insieme perché eravamo gli unici tre adolescenti che suonavano nella città di Livorno e si è detto "ma perché non li mettiamo insieme?". Siamo andati in giro a suonare fino al '90, prima che iniziassi a suonare con la Strana Officina, ovviamente dopo l'incidente (si fa riferimento all'incidente del 1993 in cui morirono Fabio e Roberto Cappanera, nda), che mi ha cambiato un po' le cose, e quindi ci eravamo lasciati. Abbiamo ricominciato, abbiamo fatto due album, una bellissima band, basata sull'improvvisazione, anche sul live, blues, rock, metal, un po' di psichedelia, funky, cosa viene viene. E poi suono a Milano con una band che si chiama Octopus, è un power funky, sono due ragazzi: il bassista è l'ex delle Vibrazioni, Garrincha, con un altro chitarrista di Milano.. ora stanno uscendo con un disco, si è fatto un videoclip. Attualmente sono in tour con un altro ragazzo, perché mi piace anche fare cose a chiamata, diciamo "turnismo", anche se delle volte lo è di più e delle volte lo è di meno, che è Andrea Appino, il cantante degli Zen Circus, un gruppo legato un po' all'ambiente indie.. per certi versi è un ambiente che apprezzo veramente poco perché hanno dei parametri veramente molto differenti per come siamo abituati noi a vivere.. però, vado in giro, suono, Andrea Appino è molto bravo, è un cantautore a cui però piace fare cose anche molto aggressive e mi ha chiamato per fare il tour.. abbiamo fatto più di una ventina di date quest'estate, da giugno ad ora, la prossima settimana abbiamo le ultime quattro date e chiudiamo a Pisa al Metarock, facciamo anche Torino, al Teatro Colosseo.. abbiamo fatto bellissimi festival.. in quell'ambiente ci sono grossi festival che prima appartenevano a noi (nel senso che erano grossi raduni tipici dell'ambiente hard/heavy, nda), quindi mi sono ritrovato a suonare su palchi enormi che mi capitavano con la Strana Officina o con i Cappanera negli anni Novanta, ora arrivi e ci sono palchi giganteschi e mille persone davanti al palco che mi ricordano i vecchi tempi.
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