Ascoltare Striborg è staccarsi completamente dalla realtà circostante. Ascoltare Striborg è un viaggio in un'altra dimensione. Ascoltare Striborg non è un trance; ascoltare Striborg significa rimanere coscienti in un mondo estraneo e nemico, riscoprire il significato delle emozioni semplici e primitive come la paura e la meraviglia. Striborg, e non Pascoli, dovrebbe essere il teorico della poetica del fanciullino, perché niente meglio della sua musica riesce a rendere l'idea del mistero delle cose che ci circondano.

Questa introduzione serviva solamente come filtro per i lettori, chi è arrivato fin qui significa che è interessato a proseguire.

Il progetto nasce intorno alla metà degli anni novanta per volere di Sin Nanna, nome dai forti richiami mistico esoterici dietro al quale si cela l'unico membro della band; a differenza di molte one man band Black Metal, il nostro non sceglie la strada (più facile) del Depressive Black, ma si dedica ad un sound che credo sia unico all'interno di tutto lo scenario di questo sottogenere. Sin Nanna vuole dare una nuova forma al malessere, una forma metafisica che non parla con lo stesso linguaggio degli uomini; e costui non vuole fare da interprete, vuole solo farcelo vedere da lontano. Per così fare, prende il Black Metal, lo storpia, lo sfigura del tutto lasciando solo uno scheletro a ricordarlo vagamente: poi rende il suono più sporco possibile, una produzione così orrida che, a confronto, Xasthur sembra prodotto come i Dream Theatre. A dirla tutta non ci si capisce proprio niente di quello che suona questo tizio e non nego che ci vogliano un buon numero di ascolti per digerire solo parzialmente un solo pezzo. Striborg non fa musica facile, la sua è musica onirica; onirica dico, non simbolica. Perché nei suoi intenti non c'è quello di parlare con un linguaggio (dei suoni ovviamente) difficile e indecifrabile, c'è solamente la volontà di ritrarre fedelmente delle emozioni, nella loro astrattezza, incompletezza, nella loro assurdità di quando si presentano inattese.

Il cd, edito nel 2004, inizia con l'inquietante "A Sour, Pale, Ghostly Dawn", intro di qualche minuto eseguita alla tastiera che spalanca le porte di un mondo nuovo, un mondo dove l'uomo è messo a nudo e spogliato perfino di quella coreografia tipicamente Black che pare assurdo non trovare in un disco così. I temi trattati bordeggiano solamente quelli usualmente trattati da questo genere musicale e si focalizzano maggiormente sulle tracce che determinati paesaggi e situazioni possono lasciare sull'animo umano, più o meno come la luce su di una lastra fotografica. Atmosfere stralunate, notturne, cariche non solo di gelida decadenza ma anche di pensieri, profondi e semplici allo stesso tempo. E il caso della Title Track "Mysterious Smblance Of Spectral Trees", mastodonte di circa venti minuti che ha più o meno l'effetto di un buon bicchiere di liquore; mischiare ragione e sentimento in un fluido unico, impressionante per la sua involontaria complessità. Una tastiera trasparente fa il suo ingresso nella canzone, si inserisce anche una chitarra che suona maledettamente Black poi però arriva un basso corposo, importante, insieme con una Drum Machine programmata per sembrare una campana suonata a morte. Tutto prende forma lentamente, si anima e si muove; arriva poi la voce, filtratissima, quasi aliena. Screaming? Chi può dirlo, è una voce che perde la sua fisionomia, sembra provenire da sotto l'acqua. Ma non sarà sempre così, nelle canzoni successive si avvicinerà di più a qualcosa di "normale".

Il sound è lontano, flebile ma riesce a penetrare ovunque: non c'è bisogno di tecnica strumentale quando si fa musica del genere, sarebbe assolutamente superfluo. Perché i suoni, nella produzione di Striborg, non servono a fare musica ma a parlare; non c'è da stupirsi allora di sentire "riff" o tastiere talmente cacofoniche da rassomigliare il rumore da una piastrella segata (per chi non ha avuto l'onore, sappiate che è una cosa estremamente fastidiosa). Si ritorna ancora su un Black più tradizionale con "As Sad As A Cemetery In The Winter Darkness", più di un semplice inno alla decadenza. Anche dando una lettura ai testi, potrete facilmente capire un'altra caratteristica che distingue questo artista da molti altri suoi colleghi, la sincerità. Sin Nanna da al progetto Striborg un taglio intimo, profondo ma non per questo depressivo: nelle lyrics si legge di malinconia, magari anche di tristezza, ma non troverete mai le autodistruzioni di Abyssic Hate o Leviathan. Sentimenti limpidi ma sfilacciati si perdono in un mare di suoni improbabili, suoni che nessuno si sognerebbe mai di mettere in musica (e talvolta molto in bilico tra Black e Ambient).

Striborg resta a parer mio uno degli artisti Black più interessanti e innovativi dell'intero scenario e questo "Mysterious Semblance" è uno dei lavori che meglio esprime tutta la sua poetica musicale. Un disco fuori dagli schemi, un disco che non conosce armonia ma ha comunque una logica, un disco che come pochi altri riesce a esternare cose che nessuno ha voluto e potuto esternare; chiunque abbia voglia di rimettere in discussione il concetto di arte può farsi avanti.

Elenco tracce e video

01   A Sour Pale Ghostly Dawn (04:21)

02   Mysterious Semblance of Spectral Trees (19:57)

03   Dark Storm Brooding / Lightning in the South (03:59)

04   Looming Black Apparition (10:02)

05   The Ghostly Pallid Hand of Fear (09:51)

06   As Sad as a Cemetery in the Winter Darkness (09:25)

07   The Screaming Winds (03:59)

08   Lurking the Murky Damp Forest (15:31)

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