C'è qualcosa che non va, evidentemente, nell'evoluzione stilistica del gruppo torinese. Le basi si rifanno allo stile dei Chemical Brothers di quindici anni fa o, al più, dei Nine Inch Nails più commerciali.
Spiace dirlo, ma la tanto annunciata ricerca di un tono generale "adulto", analitico, di denuncia e solo in superficie slegato dalle logiche dell'easy-listening ha qualche crepa di troppo.
I testi hanno smesso di cercare un centro nevralgico e consistono in frasi spezzate che nella maggior parte dei casi non riescono ad evocare le tanto cercate gelide atmosfere (e poi, un album senza la parola 'livido' si può fare, ragazzi: ma qui si aprirebbe un'ulteriore lunga parentesi). Non si fa a meno comunque di alludere alle sofferenze moderne in cui tanti/e teenager - che lo siano anagraficamente o no fa lo stesso - possano rispecchiarsi... la curiosità è vedere come si può continuare a farlo in modo sempre più rarefatto. Esercizio di stile, logica di mercato, esigenza di non alienarsi chi ci crede ancora, tutto è giusto e giustificato. La congiunzione tra dancefloor e denuncia è ancora rimandata, come rimandato è l'atteggiamento ora eccessivamente fosco di chi - forse - si è sempre preso eccessivamente sul serio.
La voce effettata di Samuel comincia a stancare presto, appare più opaca del solito, o forse è solo l'abitudine (finalmente sì, soggetto da evitare) - si salvano le chitarre di Casacci quando non strafanno in ridondanza e la batteria di Ninja, sicuramente il migliore, almeno finchè non decideranno di sostituirlo con un replicante programmabile, tanto per togliere ancora più umanità a un gruppo che su CD suona - stavolta sì - gelido.
Dal vivo la storia, lo sappiamo, è diversa... forse sta diventando troppo ripetitiva, ecco tutto. Questa, si badi bene, non è una stroncatura totale, perchè volenti o nolenti un gruppo come i Subsonica sa sempre stare sopra la soglia della sufficienza e merita attenzione. Il fatto è che il pubblico che li ha sempre seguiti e magari anche visceralmente apprezzati agli esordi è cresciuto ed è diventato più esigente... se poi loro si accontentano del ricambio generazionale e di ragazzini/e urlanti che si accontentano di bassi, sample, groove, testi blandamente allusivi e pose fiche, amen.
Potete aggiungere un punto se il disco intellettualmente vi appaga e avere ragione comunque. Ma oltre questo non si va.
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Altre recensioni
Di beso
La track n.4 "L'ultima Risposta" è a mio avviso senza ombra di dubbio la più bella dell'album.
Sembra che questi ragazzi vogliano sdoganarsi dalle sonorità molto adolescenziali dei primi album per traghettare verso musica più adulta e impegnata. Ma ancora non ci riescono appieno.
Di Sangemini
Praticamente per quei cazzo di file di protezione io per ascoltarlo in macchina devo copiarlo e masterizzarlo su un nuovo cd.
Molto bello non ha le vette di Terrestre ma ogni canzone è ben oltre la sufficenza. Molto cupo, persino nei temi trattati.