I Subsonica sono diventati delle rockstar. La maggior parte del pubblico del concerto era formata da 15enni urlanti come ossessi con annesso apparecchio per i denti, il tour di Terrestre è un continuo sold-out, sul palco c'era un impianto audio-video spaziale che costava da solo come l'organizzazione dei tour precedenti e nonostante questo disco lasci un po' perplessi è il più venduto della loro storia... in meno di un mese dalla sua uscita.
Noi odiamo le rockstar e i fenomeni di fanatismo che provocano, ma abbiam voluto andare a vedere lo stesso questo concerto perché non avendoli mai visti live eravamo curiosi.
Abbiamo capito perchè sono diventati delle rockstar.
I loro live sono belli e travolgenti, il carrozzone di Casacci ha un motore ben rodato da uno zoccolo duro di vecchi fan e grazie all'azione del processo mediatico avviato dalla major discografica usufruisce di nuovi e più giovani fan.
Questi due agenti si mescolano sotto il palco dando origine a una folla numerosa e impaziente che diventa una bolgia quando entra il gruppo.
Sudati, assetati, pressati l'uno contro l'altro al limite del possibile (a volte anche di più), incazzati con il nostro vicino che è troppo alto e non ci fa vedere una beneamata sega o con lo stronzo di fianco che fa l'animale e poga violento passiamo due ore e passa tra i vecchi successi e le canzoni del nuovo disco sapientemente miscelate.
Ci accorgiamo che l'acustica è abbastanza penosa e che se sentiamo le parole è solo grazie alle sopracitate quindicenni che urlano, urlano, urlano e qualcuna si sente mancare pure dal tanto urlare che ha fatto.
Preso Blu e il concerto finisce. Fradici e disidratati ci dirigiamo nell'adiacente parcheggio (che costa un terzo del biglietto del concerto) saliamo in macchina, aspettiamo che il vetro si spanni, ci immettiamo in tangenziale e torniamo a casa.
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