Finalmente l'album del 2005! Sufjan Stevens riesce a imporre un progetto ambizioso come pochi che colpisce in modo particolare in un'epoca caratterizzata dalla mediocrità e dalla paura. Folle l'idea di realizzare (dedicare) un album per ciascun stato americano (difficile che il progetto si completi ma non è questo il punto). Folle il cimentarsi in testi che spaziano, nell'ambito di un formato pop, dalla storia di un serial killer ("John Wayne Gacy Jr") ad un donna amata morta di cancro ("Casimir Pulanski Day"). Folle creare le canzoni a partire da arrangiamenti orchestrali maestosi che non si limitano a sottolineare (ingentilire, sgrezzare) la struttura canzone (come avviene nella maggior parte dei casi) ma che sono la sostanza stessa dei brani, il loro corpo e la loro anima nello stesso tempo.
Ebbene, quanto è piacevole per una volta vedere che ambizione e talento combaciano, vanno a braccetto e permettono di realizzare un'opera che resterà, verrà ricordata a lungo. Il tratto che colpisce subito è, come accennato, la natura onnicomprensiva ma nello stesso tempo lieve, organica degli arrangiamenti orchestrali. Sono arrangiamenti prima di tutto semplicemente belli, magnifici, sempre puntuali nel lasciar respirare la canzone, senza opprimerla troppo (evitando quindi barocchismi inutili). Stesso discorso per i cori, che intervengono puntuali, al momento giusto, senza eccesso.
Insomma Sufjan riesce a maneggiare materiali, orchestre, cori, altamente pericolosi. Qui non ci sono mezze misure, se non si ha talento i rusultati sono spesso o disastrosi (in chi è ambizioso ma scarso) o insulsi (in chi è scarso e prudente). Ma la grandezza dell'album risiede anche nel saper piazzare delle canzoni indimenticabili, prima di tutto la già citata "John Wayne Gacy Jr", uno dei migliori brani ascoltati negli ultimi anni, una tenera, struggente, inquietante, ballata folk dove dolcezza e cupa introspezione si fondono alla perfezione; o anche la successiva "Jacksonville", altro notevole saggio di equilibrio e maestria pop. Insomma, se Sufjan Stevens riesce a completare il suo progetto a questi livelli tanto meglio. Sarebbe un genio. Tuttavia, anche se cosi non fosse, ci rimarrebbe sempre questa perla.
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