' Fare ciò che si vuole senza fare del male a nessuno. ' Questa è una delle regole su cui si basa il culto della ' Wicca ', religione neopagana nata e sviluppatasi nel XX secolo, discendente da culti esoterici legati alla stregoneria ( wicca = witch = strega ).
La parentesi teologica è indispensabile per presentare questa recensione, con protagonista Salvatore Paul 'Sully' Erna, voce e non solo dei Godsmack. Erna è un wiccano credente, per intenderci non un fenomeno pubblicitario stile Tom Cruise/Scientology, ma un vero e proprio seguace praticante. Fondendo la sua diversa personalità alle doti di percussionista, batterista, armonicista e chitarrista, ecco che nasce il suo primo lavoro solista, " Avalon ".
" Un disco da ascoltare in determinati momenti, a casa sdraiati sul letto con luci spente, ma con candele e incensi accesi, è musica ipnotica. " Erna è stato chiaro nel voler lasciar intendere che il lavoro non avrà niente a che fare con il metal, con i Godsmack e con i relativi richiami agli Alice In Chains e ai Metallica.
L'album si apre con le percussioni della track-list " Avalon ", in cui le corde vocali del polistrumentalista di origini siciliane si intrecciano con la candidità di Lisa Guyer, semi-sconosciuta compagna di lavoro già dal 2006. " Avalon " si presenta con un richiamo psichedelico incentrato sull'abbandono ad ogni forma di disturbo, confusione, agitazione, e con l'apprezzamento del silenzio e della tranquillità, tracciando cosi le linee principali del disco, incentrato appunto sulla rilfessione, la riflessione del tempo che trascorre di " 7 Years ", tra i pezzi più belli del disco con quel tocco mediorientale che sembra una mano che continua a sfiorare la fronte, una, due, tre volte, ed ancora, fino a quando il pezzo non fa fiorire la vera espressione dell'artista Erna, la melodia sul silenzio, l'impeccabile lavoro di auto-produzione che ha visto coinvolto quasi esclusivamente lo stesso cantante, tutto sfociato in un ritornello coinvolgente, " It's time to fly, seven years gone by " e tutto concluso con un azzecatissimo e caldo assolo di chitarra.
Le sperimentazioni sono solo all'inizio, perciò il passo celtico di iniziazione del primo singolo estratto dall'album, ovvero " Sinner's Prayer " non stupisce, anzi continua una cavalcata verso il viaggio senza meta intrapreso dall'inizio, un viaggio senza meta proprio come la leggendaria isola di Re Artù, Avalon appunto. Tornando al pezzo, " Sinner's Prayer " possiede una struttura più tranquilla e lineare rispetto ai pezzi precedenti, sicuramente non sarà una hit da classifica, perchè ciò non vuole essere, composizione semplice con un finale della violoncellista Irina Chirkova a chiudere il tutto.
I flauti di " My Light " ne fanno forse il pezzo più commerciale del disco, gli accordi acustici fanno da base soft, e il rit. mieloso " I'd never wanna leave you anyway, you became my light " con tanto di finale ' Soul-Oriented' potrà far storcere il naso a qualcuno, ma immediatamente le percussioni di " The Rise " riportano tutto sullo stesso piano, sul piano del misticismo e delle atmosfere opache, la voce di Lisa Guyer torna a disegnare indefinite linee immaginarie ( non ho fumato niente ) togliendo la scena al padre padrone. Cosi, dopo il piano dell'ottima " Until Them ", secondo pezzo che esce un pò dall'atmosfera dell'album senza peccare di qualità e sentimento, si riparte con " The Departed ", le musiche sono le stesse di " Voodoo " ( pezzo di chiusura del primo album con i Godsmack ), e la base vocale continua a cambiare tonalità e calore, la pecca che faccio al pezzo è però quella di assomigliare in una delle strofe principali alla canzone " War And Peace ", dall'ultimo album dei Godsmack " The Oracle ", forse il primo vero neo del disco ( ma stiamo alla traccia 8 ).
Siamo alla conclusione, ma non mancano certamente le sorprese, nel rock di " Eyes Of A Child " sono presenti versetti per lui atipici, " Resurrect me Jesus Christ ... deliver me from this pain ", è la prima volta infatti che Sully Erna considera positivo un elemento cristiano, fino ad ora solo frecciate ( " Give me a reason to pray " da " Shinedown ", pezzo del 2006 ).
Il viaggio verso Avalon, verso il leggendario, si chiude con la strumentale " In Through Time ", è ormai tempo di analizzare, di riconnettere e di risvegliarsi, il viaggio è terminato, ed è giunta l'ora di spegnere le candele, gli incensi e di riaccendere la luce.
" Avalon " è un esempio di come un artista possa far convivere il suo essere polistrumentalista ad una identità eccentrica e particolare, i vari peccati terreni più o meno gravi, dalla sfrenata passione per il poker, ad uno strano incidente d'auto, senza dimenticare i fantasmi di un presunto coinvolgimento per assassinio mai definitivamente scacciati, avranno sicuramente inciso nella stesura di questo disco. " Fare ciò che si vuole senza fare del male a nessuno ", Erna forse ha ancora qualcosa da imparare, nel frattempo godiamoci l'esplicazione dei suoi peccati.

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