Ho sempre attribuito la mia stima nei confronti di Berserk al semplice fatto che non sono (né sono mai stato) un seguitore di manga o anime.

Quel colorato e fantasioso mondo fatto di guerrieri, robot e alieni non ha mai fatto breccia in me, fino a quando non lessi -casualmente- la trama del manga di Kentarō Miura.

Mi avvicinai con crescente costanza a quelle vignette senza neanche farci troppo caso, così finii anche col visionare la leggendaria saga animata del 1997 (edulcorata ovviamente seppur in minima parte rispetto all’opera originale).

Quella storia di mercenari, demoni e patti di sangue assumeva adesso maggior rilievo soprattutto nella minuziosità dei dettagli, della caratterizzazione del protagonista. Non ho intenzione di dilungarmi sulle numerose vicende del fumetto, ma di concentrarmi sulle mie considerazioni per quanto riguarda il lavoro del fantastico compositore Susuma Hirasawa.

La serie degli anni novanta ha il grande pregio di essere stata curata (sotto l’aspetto musicale) dal polistrumentista giapponese. L’aura di umanità e sacrificio imprigionata tra le note di queste strumentali ben si presterebbe ad una pellicola o ad un progetto indipendente, tale è la portata emozionale che viene spinta.

Beat elettronici che si fanno spazio per la battaglia di paura sono quelli di Ghosts, ma brilla su tutte la traccia Guts (stesso nome del personaggio principale) a cui nella serie viene dato enorme rilievo.

La troviamo in sottofondo durante i momenti di riflessioni di Guts, durante il suo primo scontro/incontro con Griffith ma anche in tantissime altre occasioni impregnate di pathos. Un pianoforte leggero e dei cori più angelici che mai a sottolineare quanta debolezza, quanta umanità ci sia sotto l’ammontare di guerra e violenza imperanti.

Stesso discorso per Earth in cui si fanno spazio anche una cornamusa ed una sequenza di elementi ritmici quasi dance.

Sono chiaramente presenti nel disco anche le sigle, ovvero Forces (decisa e cavalleresca), Tell Me Why dei PENPALS con il suo famoso intro di chitarre distorte e la pacata Waiting So Long dei Silver Fins che viene attribuita ai titoli di chiusura con la sua aria indie perpetrata da chitarre acustiche, voci fievoli e ritornello deciso.

Per chi non conoscesse ma qualche curiosità ce l’ha, lascio il link di un bell’articolo su Reddit incentrato proprio su questi brani (ed il titolo la dice tutta onestamente): Berserk has the best soundtrack ever featured in an anime.

Difficile non scrivere sulle tante sfumature della trama, ma consiglio di dare un’occhiata a questa tipica made in japan story che poco ha da spartire con le solite banalità supereroistiche.

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