Praticamente gli ungheresi hanno dedicato un monumento, nella specie una statua di bronzo alta due metri, a Carlo Pedersoli meglio conosciuto come Bud Spencer.
La notizia risale a pochi giorni fa quando la statua, situata al centro della Corvin Promenade e all'ingresso della fermata della metropolitana Corvin-negyed, è stata inaugurata in presenza delle due figlie dell'attore napoletano scomparso nel giugno dell'anno scorso. La statua ritrae Bud con una pistola nella fondina e una sella in spalla e praticamente riprende il personaggio di 'Bambino', quello interpretrato in 'Lo chiamavano Trinità' di E.B. Clucher, pseudonimo di Enzo Barboni e che poi sarebbe probabilmente il suo film più famoso. Ai piedi della statua una frase proprio di Terence Hill (Mario Girotti): 'Mi sohasem veszekedtunk'. Praticamente: 'Non abbiamo mai litigato'.
L'opera come detto è alta due metri e da vicino idealmente ripropone quella immagine di gigante buono che poi lo ha reso celebre in Italia e nel mondo, lo ritrae sorridente in una delle sue espressioni tipiche del resto e che faceva da contraltare a quella ancora più tipica e imbronciata che spesso seguiva come reazione le 'mattane' del suo storico partner Terence Hill. Va ricordato nel merito che ancora oggi Bud Spencer è l'attore italiano più popolare al mondo. Il secondo ovviamente è Terence Hill.
Naturalmente nonostante la grande popolarità di Cazrlo Pedersoli, è lecito interrogarsi sul perché di questa scelta, anche perché di concreto non ci sarebbe nessun legame particolare tra Bud Spencer e l'artista Szandra Tasnadi, né tra l'attore e la città ungherese.
L'aspetto più rimarcato dai media italiani ricercherebbe le radici di questo 'culto' (come definirlo altrimenti...) per quella che fu la vasta diffusione dei film di Bud Spencer e Terence Hill in Ungheria e in tutta l'Europa orientale in anni in cui da quelle parti il cinema americano era praticamente tabù. Il sindaco dell'ottavo distretto di Budapest, Mate Kovacs nel commemorare l'inaugurazione della statua, ha ricordato i trascorsi di Carlo Pedersoli come campione di nuoto e come bravo attore e 'buon marito e bravo padre'.
Tutte cose vere del resto. Va detto infatti che la vita di Bud Spencer fu così avventurosa che essa stessa avrebbe potuto costituire una trama per un film. Campione di nuoto e pallanuotista, fu il primo italiano a scendere sotto il minuto nei 100 metri in stile libero nel 1950 e fu più volte campionato italiano di nuoto a stile libero e in staffetta. Ha vissuto in Sud America più volte dove ha praticamente fatto di tutto. In Brasile ha lavorato presso il consolato italiano di Recife. In Venezuela lavorò alal costruzione della Panamericana (la strada che va dal nord dell'Alaska fino alla punta più a sud del Cile) con gli indios e la gente del luogo; in Argentina lavorò come preparatore sportivo. Entrò stabilmente nel mondo del cinema (aveva già avuto modo di lavorarci) per puro caso e perché aveva bisogno di soldi e grazie a un invito del regista Giuseppe Colizzi che lo chiamò a recitare nel film 'Dio perdona... io no!' Va menzionata la curiosità che in quel momento Bud non portava la barba e che quindi Colizzi lo costrinse ad indossarne in una falsa. Ma la cosa più importante è che in quella occasione Bud Spencer conobbe sul set Terence Hill. Questa fu la prima occasione in cui i due attori si presentarono al pubblico con i loro celebri pseudonomi. Quello di Bud Spencer era un omaggio a Spencer Tracy e un gioco di parole sul nome della birra 'Budweiser' che in Italia conosciamo anche più semplicemente come 'Bud'.
Fu proprio lo spaghetti western il genere che fece ottenere notorietà Bud Spencer e fu un film del genere il primo girato in compagnia di Terence Hill e fu un altro spaghetti western, il già menzionato 'Lo chiamavano Trinità', il film più popolare della coppia e considerato dai critici come il più importante film del genere dopo 'Per un pugno di dollari di Sergio Leone, perché in primo luogo ebbe un successo incredibile. Secondariamente il film ridiede una certa spinta al genere che oramai in quegli anni andava effettivamente esaurendosi, allungandogli di conseguenza la vita.
Quindi furono in primo luogo le produzioni del genere a rendere popolare un certo cinema italiano nel mondo e nella specie in Europa orientale. Va detto che trattasi di un genere che infatti produsse centinaia di film alcuni dei quali hanno molto poco da invidiare alle produzione più dispendiose americane. Al contrario, infatti, lo spaghetti western rivoluzionò l'intero genere, rompendo ogni tipo di stereotipo preesistente e quel 'classicismo' forzato tipico di Hollywood, impartendo da questo punto di vista una grandissima lezione agli stessi maestri americani che non a caso ancora oggi celebrano il genere e lo considerano una fonte di ispirazione (inutile menzionare Quentin Tarantino). Ma la fortuna di Bud Spencerr e la grandezza del suo personaggio vanno oltre ogni catalogazione di genere e si deve in pratica a tutti i numerosi film che ha girato nel corso degli anni e in particolare alla incredibile coppia che formava con Mario Girotti aka Terence Hill.
Nel complesso i due girarono assieme diciotto film: sedici come coppia protagonista mentre in altre due occasioni come 'Annibale' del 1959 e 'Il corsaro nero' del 1971 ebbero due parti distinte e in un caso non si incontrarono neppure sul set.
Bud Spencer è un personaggio che unisce? Mate Kovacs ha voluto ricordarlo anche con queste parole. La risposta alla domanda ovviamente è sì. Come potrebbe essere altrimenti. Anche in anni in cui pure il cinema veniva considerato a seconda del genere e dei toni come appartenente a una corredante ideologica oppure un'altra (siamo negli anni settanta) va detto che i film di Bud Spencer e Terence Hill non furono mai attaccato da nessuna tipologia di censura ideologica né da destra né da sinistra.
La verità è che i loro film furono una specie di fumetti in live action. I due creavano una coppia perfetta. Da una parte quello grosso e scontroso e magari un po' stupido; dall'altra quello bello e scaltro. Che dei due alla fine fosse più amato Bud credo che sia normale e qualche cosa che ha riconosciuto alla fine anche il suo compagno di tante avventure Terence Hill: perché nella sua apparente ingenuità combinata al suo buon cuore e la sua grandezza incarnava alla perfezione quella figura di gigante buono che è una figura tipica di grande umanità e come tale universalmente riconosciuta e che poi non a caso strategicamente spesso lo portava a ricoprire ruoli come quello del frate (vero o fasullo) che però faceva veramente giustizia e era dalla parte dei più deboli. Il suo successo sta nella ricerca e nella proposta di una semplicità che oggi manca nella disperata ricerca di produzioni sempre più innovative e sperimentali, così come mancava in quegli anni nella ricerca invece di proporre sempre un certo cinema colto e che avesse significati importanti e che come tale non costituiva patrimonio condiviso da tutti. Il boom di film di genere come il poliziesco oppure la commedia sexy, ma lo stesso spaghetti western furono invece d'altro canto in qualche maniera osteggiati e considerati qualche cosa di culturalmente basso e popolare. Ma credo che invece per quanto sicuramente i film di Bud Spencer e Terence Hill fossero una massima espressione del 'popolare', in generale nessuno abbia mai osteggiato o fatto particolari determine in questo senso sui loro film e in anni in cui i toni politici erano sicuramente più marcati che oggi. Anche per questo forse Bud Spencer e Terence Hill si decide allora che vengano completamente trapiantati in ogni film in un contesto completamente diverso: il vecchio west, gli Stati Uniti d'America oppure l'Africa o il Sud America. In ogni caso il loro nemico è sempre una persona potente che ha al suo soldo quei soliti scagnozzi che in tanti film avranno pigliato un sacco di botte (Riccardo Pizzuti, Claudio Ruffini, Sal Borgese, Giancarlo Bastianoni, Nello Pazzafini...). Furono anche queste scelte a rendere i loro film in qualche maniera immortali e senza tempo.
Bud Spencer e Terence Hill sono stati unici, imitati (come dimenticare in particolare i loro sosia Paul L. Smith e Michael Coby) ma impossibili da imitare. Che abbiamo dedicato una statua a Bud Spencer a Budapest (qui dietro ci hanno fatto una specie di murale su uno di quei grossi portapiante di cemento con una sua frase: 'Napoli l'ho difesa, l'ho portata nel mondo') a questo punto è sicuramente strano, ma neppure così impossibile come la cosa potrebbe sembrare. Nell'occasione la figlia Cristiana ha voluto usare un'altra delle frasi ricorrenti di suo padre: 'La mia carriera non sarebbe esistita senza i miei fan.'
Tutto vero. Ma senza di lui non sarebbe esistito un intero immaginario condivido da intere generazioni e un mito che ancora oggi si rinnova continuamente.
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