Sono mancato un po' e, a dire il vero, credo di aver scordato pure come si scrive una recensione.
Però ho voluto comunque cimentarmi nel recensire quello che è stato, almeno per il sottoscritto, uno tra i più belli e divertenti giochi di calcio, in pieno "arcade-style", classe 1990 (il sottoscritto = 10 anni, tuttavia ancora troppo piccolo per frequentare sale giochi, nonché, per conoscere il gioco).
Perché recensire un gioco così "datato", obsoleto e, diciamo la verità, iper-superato dagli, ormai, reali (a volte anche "surreali), nonché ben più blasonati, "Pro Evolution Soccer" e "FIFA vattelappesca"?
Beh, è semplice. Perché, a me, questo gioco ha appassionato tantissimo e, in verità, mi faceva crepare terribilmente dalle risate.
Fondamentalmente, sempre di "calcio" si parla. Ma "Hat Trick" (che era anche l'urlo dello "speaker" del videogame quando lo stesso giocatore segnava una tripletta) ha saputo ben miscelare il gioco del calcio, in senso stretto, con la comicità che, con il calcio, ci sta come i broccoli a merenda.
Effettivamente, già dalla schermata di scelta delle squadre (che variavano nella scelta a seconda se si giocava nella versione proveniente dal Paese del Sol Levante o nella versione europea, laddove, in quest'ultima, era possibile scegliere la Francia e la Spagna al posto di Giappone e USA) si intuisce che il gioco (e il suo ideatore) sono un po' "malati" dentro. Scelta la squadra, devi scegliere il capitano tra 4 ragazzi con tanto di espressione seria stampata in volto che, immediatamente dopo la selezione, diviene demenziale e idiota a causa dell'esultanza (il "deforming-character" era divertentissimo).
Poi si passa al gioco vero e proprio nel quale trovi la tua squadra e l'avversario che dovrai affrontare, schierati in campo secondo un preciso modulo di gioco. Tocca sempre al giocatore la "palla" e all'avversario al "porta". Il calcio di inizio è fischiato da un arbitro ciccione che, non appena sfiorato, cade (ma può essere anche falciato da una scivolata, o ricevere una pallonata e, perché no, preso in pieno da un pugno.... Era questo il bello). E quello è il momento che ogni players aspetta: far cadere il grassone per scatenarsi in una marea di falli, che vanno dal "misero" pugno in pieno volto a vere e proprie mosse di arti marziali (la ginocchiata nello stomaco è fenomenale per stendere l'avversario. A tal proposito ricordo bene che per riuscire a togliere la palla all'avversario, a volte, lo rincorrevo con il preciso intento di fargli male, saltandogli dietro sfoderando la ginocchiata passo dopo passo fino a quando non era steso per terra).
Il tutto corredato da una giocabilità che potrei suddividere a seconda del "giocatore tipo":
•- Principiante: impossibile vincere (addirittura pareggiare) sin dal primo incontro-scontro;
•- Medio-esperto: vincitore garantito (almeno sino alla semifinale).
E, tutto, senza neppure complicarsi la vita con 100 pulsanti differenti a seconda del tipo di passaggio, infiltrazione, modalità "turbo" o accidenti che vi pare (come è d'uso nei giochi di calcio più attuali) ma, semplicemente, con soli 2 pulsanti. Il primo per tirare in porta o per entrare in scivolata e rubare, così, il pallone all'avversario (se poi c'era di mezzo anche l'arbitro, beh, allora tanto peggio per tutti. Ciccione steso, ciccione obeso, ciccione videoleso e.... il "fallo" divien preteso!). Il secondo per "falciare" l'avversario (e beccarsi, eventualmente, l'ammonizione o l'espulsione. Dipende da quanto siamo stati bastardi) e per crossare o effettuare passaggi.
Tuttavia, il giocatore inesperto non ha possibilità di vittoria sin dalla prima partita. Perché la giocabilità è, per lui, impossibile. A meno che non si conoscano un paio di trucchetti che consentano il GOAL sicuro!
E ce n'erano più di un paio. Il passaggio (da effettuare con precisione millimetrica) con doppia rovesciata e/o acrobazia differente imparabile per il portiere avversario; il cross in punta d'area da mettere dentro con colpo di testa e/o differente acrobazia; il palleggio all'altezza di circa un terzo nell'area avversaria che si trasformava in rovesciata per poi essere spedito in porta con ulteriore rovesciata (o altra acrobazia).
Questi trucchetti ti consentivano di "demolire" le prime squadre. Si, perché non esistono gironi di qualificazione e tutta ‘sta "popo" di roba per allungare il gioco, ma si inizia già con le fasi eliminatorie dovendo sfidare ben 7 squadre. Le prime da demolire, le ultime che riuscivano a renderti l'esistenza in campo davvero difficile.
Fondamentalmente la squadra messa "meglio" (in tema di modulo di gioco) era l'Inghilterra (scelta da tutti i players), ma il sottoscritto riusciva a trionfare con qualsiasi formazione (non ricordo tutte le volte che ho condotto l'Italia in finale) gustandosi le espressioni "demenziali-cartoonesche" del character selezionato come capitano (che esultava allungando il mento, o facendo uscire gli occhi fuori dalle orbite ogni qual volta si segnava, che piangeva come un poppante quando incassavi il goal o quando riuscivi a trionfare agli sgoccioli). Non da meno erano quelle degli allenatori delle squadre (era un caso che il C.T. della Germania aveva quell'espressione così "nazista"?) che incitavano, sorridevano soddisfatti, o, quando vedevano sepolta la propria squadra di gola, abbassavano il capo (".... Non c'è più alcuna speranza...").
E cosa puoi aspettarti da un gioco del genere quando riesci a trionfare in finale? Semplicemente vederti cascare la coppa del mondo in versione ingigantita sull'intero campo.....
"Hat Trick Hero", grazie a questa sua formula "poco seria" di intendere il gioco del calcio (in senso touto-court), ha spopolato nelle sale giochi diventando molto popolare e ingraziandosi i gettoni di numerosissimi giocatori che, nonostante l'esperienza e le numerose finali vinte, volevano sfidare se stessi riuscendo a segnare il numero più alto di goal possibile. E non credo sia un caso se il suo successore, più arduo in tema di game-playing, non abbia riscosso lo stesso successo tra i fan del gioco.
Perché, in fin dei conti, quello che conta, è sfidare se stessi e la propria bravura. Che, negli attuali giochi di calcio (almeno quelli su menzionati) diviene davvero essenziale per riuscire, quanto meno, a non farsi umiliare troppo sul terreno di gioco sin dal primo incontro.
È anche per questo che sono rimasto molto indietro per ciò che concerne "PES" o "FIFA". Troppa realtà, dall'arcade alla vera e propria simulazione. La perfezione raggiunta e, addirittura, superata. Ma, la cosa che più detesto, è l'allenamento preliminare (altrimenti non si combinerebbe davvero un piffero in campo), nonché l'utilizzo di tutti i pulsanti della tastiera (o quelli del pad) per poter giocare.
A volte bastano 2 semplici tocchi.
E la semplicità è, il più delle volte, la base per una vita spensierata che ci consente il massimo del divertimento.
E, ancora oggi mi chiedo se mangiare così tanti broccoli a merenda abbia fatto bene, o meno, alla mia salute.... E voi? Li avete mai mangiati a merenda?
Sayonara a tutti!
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