Tak Matsumoto è una gloria nipponica: un chitarrista che con i suoi dischi con la sua band "B'z" ha venduto in pochi anni circa 80 milioni di copie.

Chitarrista veramente bravo, eccellente direi, è però sconosciuto nel resto del mondo, rimanendo ancorato al mercato giapponese che comunque gli regala una gloria sconfinata. Crado che sia proprio questo il motivo che l'ha spinto a chiamare artisti del calibro di Eric Martin (ex Mr. Big) alla voce e Jack Blades (ex Night Ranger) al basso, insieme ai batteristi Brian Ticky (Pride & Glory, Slash's Snakespit) e Cindy Blackman (Lenny Kravitz).

Il risultato che ne esce fuori è lontano dalle atmosfere orientaleggianti dei B'z, creando un disco di hard rock melodico di elevatissima fattura. Il titolo è semplicemente "TMG1", con nessuna pretesa o eccessiva prolissità. Ed è anche la semplicità e l'aspetto diretto di questo disco che lo rendono grande e di una qualità inaspettata. C'è chi ha trovato delle somiglianze tra l'opener "Oh Japan (our time is now)" e "In the end" dei linkin park. Il paragone è veramente fuori luogo. Non confondiamo una canzone di questo valore, al limite del crossover con una canzonetta di 5 bambini incazzati. La canzone in questione ha una presa incredibile all'ascolto, non per questo è stato il singolo apripista ma anche una sorta di inno per gli atleti giapponesi alle Olimpiadi di Atene. Potente, con una prova vocale sopra le righe.
Potente è anche la traccia seguente, quasi dall'incedere persuasivo. "Everything passes away" è un brano energico e incredibilmente coinvolgente. "King for a day" ha un arpeggio di chitarra che continua per tutto il brano, sottofondo alle chitarre che, distorte, fanno l'andatura e Martin si lancia in una prestazione davvero mai sentita da lui. "I Know you by heart" potrebbe essere intesa come la prima ballad. Lo sarebbe il testo, ma la musica rimane su sonorità hard che rendono questo pezzo affascinante e trascinante.

Più rockeggiante è "I wish you were here", che presenta spunti che ricordano gli ultimi Mr. Big. "The great show on Earth" ci porta a melodie orientaleggianti, affascinanti e imprevedibili. Eccellente ancora una volta Martin ma anche il lavoro dietro le pelli. La sezione ritmica è impeccabile e di ottima qualità e finora sostiene egregiamente le ritmiche chitarristiche e la voce di Eric. "Sign of life" rimane sospesa con queste melodie orientali, ma rimane sempre un ottimo hard rock di facile assimilazione. Così come "Red white and bullet blues" dolce all'inizio e corposa durante i ritornelli, anche se ricalca fin troppo uno stilema hard rock, quindi non originalissima. Con "Trapped" ritorna energica e possente la ritmica chitarristica, a sorreggere le corde vocali, che ancora una volta non sbagliano un colpo, di Eric. Si continua con il ritmo funk di "My Alibi" e con la potente melodia di "Wonderland", per passare ai ritmi lenti e suadenti di "Train Train" e alle melodie romantiche di "Two of a Kind". Chiude questa splendida passeggiata nell'hard rock migliore "Never Goodbye", tra sfuriate distorte e atmosfera rilassanti e sognanti. Non certo il massimo dell'originalità, ma un brano di qualità.

Il disco che ci troviamo di fronte è di una qualità superiore e stupefacente. Ho trovato poche uscite che potessero raggiungere questo livello qualitativo. Non ci troviamo di fronte ad un lavoro rivoluzionario, essendo un hard rock senza pretese eccessive. Mi stupisce l'aspetto molto occidentale, essendo stato scritto da un giapponese mi aspettavo più atmosfere nipponiche, ma è meglio così forse, perchè non avrei digerito molto il risultato. Invece queste sonorità più vicine alle nostre terre lo rendono un lavoro eccellente, di facile ascolto senza sacrificare una qualità davvero eccellente.

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