Spesso nei romanzi e nei film c'è molto di più di quanto s'intenda realmente trasmettere o può anche essere che tutto questo noi lo immaginiamo, è una trappola in cui è facile cadere. Chissà... In "Sonatine" non è solamente della Yakuza, quella che solitamente viene definita la mafia giapponese, che si parla. C'è qualcosa in più che Kitano ci vuole mostrare e riesce a trasmettere al suo pubblico.

La storia è questa: il capo di una potente Yakuza, Kitajima, manda uno dei suoi luogotenenti più fidati, Murakawa (interpretato dallo stesso Kitano), ad Okinawa dove si sta scatenando una guerra tra bande. La situazione non sembra così pericolosa ma Murakawa è preoccupato, avrebbe voglia di lasciare, il suo sesto senso lo invita ad essere prudente e si porta dietro solo i suoi uomini più fidati. L'accoglienza laggiù è esplosiva, letteralmente, e quindi è costretto a rifugiarsi con i suoi uomini in un piccolo casolare sul mare (uno degli elementi costanti dei film di Kitano), lontano dalla città. E' lì che si sviluppano le situazioni chiave del film, grazie anche ad un incontro con una ragazza che perde la testa per Murakawa. La guerra tra bande e tutto il resto improvvisamente spariscono dalla sua mente e comincia a divertirsi con i suoi uomini, sparandosi botti artificiali di notte, guardando i suoi uomini fare sumo e irridendoli fingendo di ucciderli quando è cosciente che la pistola è scarica.

Questo idillio però viene interrotto da un uomo che passeggia senza farsi notare e da uno strano incubo: una roulette russa che si conclude con l'uccisione di Murakawa. Lo stesso gioco che rivela le angosce dei protagonisti, come in un altro famoso film: "Il Cacciatore" di Micheal Cimino. A pensarci hanno molti elementi in comune: le inquietudini sono simili, c'è un comune senso di svuotamento della vita e di sofferenza. Ci sono i modi e i tempi delle organizzazioni criminali che permeano i personaggi e oramai li hanno costruiti, la ribellione è costituita da uno strano ritorno all'infanzia e da un'armonia che si può rompere solo con il sangue. Oltre a Murakawa sono due gli altri ruoli fondamentali: il più giovane dei suoi uomini, alla sua prima esperienza di questo genere, e Miyuki. La ragazza. In loro due c'è un atteggiamento diverso verso le armi, la vita e nel rapporto con le persone ma paradossalmente sono legati da un impercettibile e sconvolgente fil rouge.

Parliamo di un film e, prima di un attore, di un grandissimo regista. Kitano si conferma un grandissimo maestro d'inquadrature, con una fotografia superba e con un montaggio a completare il tutto (Kitano scrive la sceneggiatura e fa anche i montaggi, insomma tutto in prima persona). Tutto questo va sommato con delle musiche straordinarie di Joe Hisaishi, di grandissima atmosfera, che nascono e muoiono al momento giusto.

Un capolavoro, non l'unico del Maestro giapponese. Una classifica in questo senso è impossibile

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