Recensire un album per certi aspetti controverso è sempre un impresa non facile. Si cerca di descrivere l'album nella maniera più neutrale possibile e, soprattutto in questa sede, puntando i riflettori principalmente sulla musica. Il preambolo è d'obbligo per iniziare questa recensione di un album sfornato da un gruppo che si colloca senza ombra di dubbio nel filone della musica alternativa italiana, schierata politicamente a destra insieme a gruppi come Compagnia dell'Anello, Hobbit, 270bis, Hyperborea etc.

Solo che il gruppo in questione è stato una vera e propria meteora: ha sfornato l'album e successivamente si è dileguato dalle scene; strano per un gruppo che qualitativamente non è male quanto ad abilità tecniche e compositive sicuramente si sarebbero distinti nel loro genere se solo non si fossero sciolti. Quanto a fama "commerciale", come tanti altri gruppi dell'area, non c'è nulla da sperare. Ma noi non ci crucciamo: da bravi music lovers, giudichiamo il contenuto solo musicalmente e anche io cercherò di fare meno considerazioni politiche.

Il gruppo, formatosi casualmente nella seconda meta degli anni '90 durante un campo hobbit (ovvero una serie di manifestazioni, incontri e dibattiti culturali fra gli esponenti della destra estrema italiana), ha un'impronta chiaramente blues/hard rock, il cantante ha un timbro di voce orecchiabile e molto easy, il chitarrista un tocco un po' impasticciato (complice anche la produzione un po' scarsina), ma tutto sommato se la cava. Cavalcate blues, ballate malinconiche, testi evocativi e capitoli di puro hard rock fanno di questo album un prodotto pregevole, curato (nei testi e nelle musiche) e ben fatto.

L'album inizia con la title-track,avente come titolo un idioma latino pronunciato da Cicerone durante un incontro al senato. L'attitudine di prendere idiomi latini come titolo di canzoni si riscontra anche in un album dei Gesta Bellica ("ITEM RVDIT LEO") di cui a quanto pare i Tempo Scaduto ne sono estimatori, e in una canzone dei 270bis dedicata ai templari ("NON NOBIS DOMINE"). Una hard rock song, con un giro semplice ripetuto e il testo certamente fa presagire che questo è un album di musica alternativa; io non lo condivido. Però devo citare un passo da lodare: "e arriva il cavaliere, con i miliardi in mano, forza Italia, forza Milan, forza bruta del denaro..."

Ma sicuramente è una delle canzoni più sottotono dell'album, piuttosto se vogliamo skippiamo e passiamo alla traccia n°2: il "Trilussa Blues" che chiaramente come dice il titolo è davvero un bluesettone molto energico e con un'ottima armonia a cui la voce del cantante da' veramente tanto, con certi versi in uno scherzoso accento di cui non riesco a stabilirne l'origine.

"Federico Barbarossa" è una bella canzone lenta, con un testo insolito soprattutto se paragonato agli altri testi dell'album. E' una descrizione fiabesca riguardo l'attuale dimora di Federico Barbarossa, in un monte incantato. Testo insolito, ma si inserisce bene comunque dentro il platter, a cui da' un tocco fantastico, in perfetto stile celtico. E' basata su una leggenda creatasi nei secoli.

"Non importa" è un'altra canzone di pregevole fattura, una strofa dal giro direi avvincente con un buon uso delle tastiere che danno un tocco malinconico alla stessa, come anche il testo che parla della lontanzanza e forse, del distacco dalla propria amata, dimostrando il vero amore che il protagonista prova per la ragazza.

"Roma, 19 luglio 1943" potrebbe essere una canzone migliore, ma, lasciando stare il testo e la musica, il carattere patetico specialmente del cantante, la rende la canzone meno interessante dell'album.

"Fratelli" è una canzone davvero divertente, e segue la stessa scia di "Spara sulle posse" dei 270bis, ma questa è ancora più divertente. Praticamente è un brano-risposta al marasma di sinistra presente sul mercato anche attualmente, soprattutto verso il gruppo più bersagliato, i 99 posse (anche se citano pure Vasco Rossi e Jovanotti). Un ottimo arrangiamento e anche un buon testo.

"La rosa di sangue" è un vero e proprio capolavoro, una ballata acustica con uno sfociare rockeggiante finale. Per dare un'idea, alla "leggero" di Ligabue. Musicalmente sublime, anche il testo (soprattutto!) è degno di nota: è una revisione di un racconto di Oscar Wilde (L'usignolo e la rosa); la trama è un po' modificata ma sicuramente non inferiore all'originale, anzi qui si denota maggiormente il carattere beffardo e sfacciato della ragazza nei confronti del ragazzo innamorato, non presente nell'originale.

"Steppa" è la cover dell'omonima canzone degli Intolleranza, con un intro fuori luogo, direi. Personalmente preferisco l'originale, ma comunque questa è un'ottima cover, rifatta nello stile del gruppo.

"Capirai" è un'altra canzone d'amore questa volta con più pathos; direi una perfetta canzone per Sanremo.

"Presente senza eroi"
è la perfetta canzone fascista dell'album. E' la canzone fascista rappresentativa del gruppo, hard rock, con un riff molto groove. La canzone, soprattutto il ritornello orecchiabile, non è male, e il testo, sempre del ritornello, riprende il celebre motto mussoliniano "Credere, obbedire, combattere", con l'aggiunta di quello dannunziano "Vincere!".

Chiude l'album la lunga "l'ultimo viaggio", con un testo alla "Werwolf" degli Intolleranza ma che comunque è una ballata che finisce con un'ottima jam fra assoli di chitarra e di tastiera.

Ripeto, è davvero un'ottimo album questo e sinceramente mi dispiace che il gruppo si sia sciolto, anche se ho letto su facebook il cantante che faceva allusioni circa la reunion, molto probabile. Intanto noi ci assaporiamo l'unico album che ha fatto questo gruppo che, a mio parere, insieme ai 270bis è il migliore di tutto il filone alternativo italiano.

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