Il periodo a cavallo tra la seconda metà degli anni 80 e i primissimi anni 90 fu inequivocabilmente l'età dell'oro per il microcosmo indie rock americano. Etichette come SST, Dischord, Touch & Go, Sub Pop portarono avanti una rivoluzione musicale eccezionale, pubblicando capolavori epocali come "Daydream nation" o "Spiderland" e allevando una nidiata di artisti che sarebbero arrivati a scardinare le gerarchie del tronfio rock imperante nel mainstream.
Il nome della Sub Pop di Seattle è indissolubilmente legato al grunge, e ad album seminali come "Superfuzz bigmuff" o "Bleach". L'etichetta di Bruce Pavitt e Jonathan Poneman fu però capace di creare iniziative che coinvolsero diversi artisti della feconda scena indie stelle e strisce. Esemplare fu in tal senso il "Singles club", mediante il quale venne rilanciato uno strumento - il 45 giri - che in piena rivoluzione digitale stava iniziando a diventare obsoleto. La crema delle indie bands del periodo (Sonic Youth, Flaming Lips, Dinosaur Jr, Smashing Pumpkins, Mudhoney, Nirvana) si impegnò a registrare favolosi singoli su Sub Pop, per consegnare una testimonianza vivida della creatività e del clima irripetibile di quegli anni.

Tutto questo per dire che "Sister Brother / Hey Cuz" fu uno dei migliori 7" pubblicati in quel periodo dalla label del North West. Gli Afghan Whigs del resto giocavano in casa: Bruce Pavitt aveva scoperto questa band innamorata dei Replacements e del suono Motown in quel di Cincinnati, e li aveva scritturati per il loro secondo album, il tellurico "Up in It", da cui proviene proprio la stentorea "Hey Cuz". Qualche mese dopo sempre nel 1990, Greg Dulli e soci sfornarono la loro canzone definitiva: "Sister Brother" appunto. Nel repertorio dei Whigs non mancano episodi altrettanto o forse più memorabili, ma tale enfasi non stona se si considera che Dulli qui per la prima volta raggiunse alla perfezione lo scopo della sua arte: creare un suono che amalgamasse la ruvidezza e l'impeto del post-punk con il pathos, la fisicità e la drammaticità della musica nera. Tutto scorre alla perfezione in questi 3 minuti e 35 secondi: l'incedere swingante della sezione ritmica, una chitarra lancinante, un pianoforte che si avvita su lascive spirali soul. E poi quella voce: cinica, straziante senza essere patetica, che si addentra con morbosa precisione e sconcertante profondità nei meandri perversi di una storia in cui fanno capolino l'incesto e il sudore di un rapporto interrazziale. Il sesso come cartina di tornasole delle relazioni umane, in un viaggio a rotta di collo tra lussuria e disperazione. Le solite confessioni di una mente pericolosa, insomma: enfatizzate tra l'altro nel relativo videoclip (che venne censurato per la crudezza di certe immagini), mentre il sense of humour di Greg (che sovente, soprattutto ai tempi di testi come quello di "Be sweet", non fu capito) è chiaramente visibile nella copertina.

In sintesi, "Sister Brother" fu uno snodo cruciale nella carriera degli Afghan Whigs: il segnale che il gruppo si stava ormai affrancando dall'hardcore caciaro e dal grunge degli esordi, affinando una cifra stilistica autonoma che sarebbe sfociata in quel trittico di opere fondamentali ("Congregation", "Gentlemen", "Black Love") che ha consegnato la band di Cincinnati alla ristretta cerchia degli autentici grandi della passata decade.

Elenco tracce e testi

01   Sister Brother (03:33)

02   Hey Cuz (03:49)

Hey cuz, hey cuz, hey cuz
How you doing, How's it hanging
Don't leave me hanging, I can't be
I'm talking down to you now, and I said
What's wrong, What's wrong, What's wrong
Oh nothing's wrong, a little [?]
Smiling all day long
My words are shining
[?]

Hey cuz, I'm calling
Who wants to get high
Come to you crawling
And cuz can you cry, cry, cry

What's up, what's up, what's up
What's up,
I come to you when you're sleeping tonight

Hey cuz, I'm calling
Who wants to get high
Come to you crawling
And cuz can you cry, cry, cry

When I see your red eyes
I go out of my mind

Not enough x 8

Hey cuz, I'm calling
Who wants to get high
Come to you crawling
And cuz can you cry, cry, cry

Carico i commenti...  con calma