"Non ci sono più mezze stagioni". "Si stava meglio quando si stava peggio". "Will e Ned Oldham sono come Caino e Abele". Certo, non è facile svincolarsi dai luoghi comuni. E non è facile soprattutto per gli Anomoanon, la band guidata da Ned Oldham, spesso ricordato (a torto) solamente come "il fratello" di Bonnie "Prince" Billy. Fratelli sì, ma non gemelli. Perché quanto Will è introspettivo, ombroso, enigmatico e tormentato, tanto Ned è solare, concreto ed immediato. Ed in questo "Asleep Many Years In The Wood", Ned e i suoi Anomoanon danno prova di una ottima maturità artistica, con un folk semplice e trascinante, di sicuro impatto, con sprazzi scintillanti che recano a tratti il loro aperto tributo al rock. Sonorità reminiscenti di Neil Young e dei Grateful Dead, certo, ma con un songwriting maturo e personale, e alcuni brani sorprendenti che meritano ben più di un ascolto superficiale.
L'opener "Sixteen Ways" è con ogni probabilità il momento migliore del disco. La voce di Ned è più intensa e tenorile di quella di Will, e procede sicura nei temi a lui più cari: la famiglia, le piccole e grandi gioie della quotidianità, la serenità e la sua difficile conquista. Particolarmente commovente è la "special guest star" di questo brano: il piccolo Sam Oldham, che si sente piangere in sottofondo, mentre il neo-papà Ned canta Until I hear you cry/ I cannot sleep/ I cannot rest. Until you cry/ I know that you're alive. Ecco, qui c'è tutto Ned e tutto il suo desiderio di semplicità. Semplicità che appare in tutto il suo esplosivo splendore nella scoppiettante "Ain't Skeert", una ballad vivissima ed energica, con quella sua sfavillante armonica che ti arriva dritto al cuore e che ti scalda come un fuoco acceso mentre scende la sera.
"Bluebird Of Happiness" è una pausa meditativa e lirica che prelude a "Kick Back", un rock sicuro e convincente nel suo tradizionalismo, che si concede anche al divertimento, alla gioia di far musica. Ed è così che ti scappa un sorriso, quando senti messo lì anche un bel colpo di tosse ed un urlo di guerra reminiscente di indiani e cavalleria. Ma se questo è un disco indubbiamente sereno e limpido come un cielo d'aprile, ecco comparire Bonnie "Prince" Billy come un soffio d'autunno nei temi del distacco e dell'assenza. Così, in "One That Got Away", Ned e Will duettano su un amore perduto, ma senza quella inflessione tragica e ossessiva tipica del "Principe" Billy. Così Ned mette in chiaro le cose sin da subito: amore perduto, ok, ma Baby/ I don't think about you all the time.
Splendida, infine, la title track "Asleep Many Years In The Wood" che chiude il disco. Odorosa di muschio e di rugiada, onirica come una favola moderna, è il suggello che Ned pone come una ceralacca a proteggere questo ottimo distillato di musica folk. Da sorseggiare per chi ha raggiunto una tranquilla felicità. Perché questo è il vero "bright side of the moon" dei Palace Brothers.
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