Dopo una pausa di circa tre anni, causata dalla crisi della cantante e in seguito dalla sua maternità, i Cranberries tornano alla ribalta con un disco dal titolo chiaro, 'Bury The Hatchet', ossia seppellisci l'ascia. Infatti se i Cranberries avevano a lungo fatto parlare di sè a causa della loro verve polemica, che aveva caratterizzato soprattutto il loro ultimo lavoro, 'To The Faithfull Departed', ora la band sembra aver deposto le armi.

A disarmare i Cranberries è la bellezza della vita, con le sue gioie e soddisfazioni (probabilmente tutto "merito" della maternità della o'Riordan...). Nonostante la serenità della band non mi entusiasmi quanto la loro rabbia, l'album comincia benissimo. Animal instinct è una canzone dolce, con un bel sound, e parla dell'istinto materno. Un'ottima canzone, e altrettanto buona è Loud&Clear, dove la cantante appare piuttosto arrabbiata ("Spero che tu possa bucare ovunque guiderai, spero che il sole si abbatta su di te e ti scortichi vivo!"), e ancor più Promises, primo singolo estratto e bel pezzo stile Hollywood. La canzone ha come tema il divorzio è la vocalist è assolutamente contraria a quest'ultimo (a quanto pare l'ascia non è proprio seppellita del tutto...).
Anche You&Me, canzone dedicata al figlio di Dolores, è bellissima, dolce e pacata. Just My Immagination è a parer mio un pezzo molto carino, forse troppo pop, di certo non tra le più belle, ma è una traccia positiva e da brio all'album. Assolutamente stupende Shattered, molto malinconica, e Desperate Andy, uno dei momenti più belli del disco, anche per i vocalizzi pazzi e il sound spensierato e travolgente.

Di qui inizia però un inevitabile calo di qualità. Se infatti la prima parte del disco più qualche canzone finale è da cinque stelle, alcune tracce abbassano la media. Saving Grace, Copycat e What's On My Mind sono pezzi carini ma che non entusiasmano e non dicono più di tanto. Il livello del disco risale con Delilah, pezzo rock particolarmente urlato dalla cantante, che se la prende con una ragazza, Delilah appunto, che faceva il filo a suo marito. Piccolo ma forte spiraglio di polemica lo si trova anche nella bellissima Fee Fi Fo, canzone contro la pedofilia dove il tema viene affrontato senza troppi mezzi termini.
Molto bella è anche la delicata Dying In the Sun, dove Dolores racconta la sua depressione. L'album viene chiuso da una canzone particolare, Sorry Son, che a primo ascolto può apparire noiosa ma si dimostra interessante e piacevole. L'album termina qui, la 'Complete Session' invece continua, con due canzoni alquanto scarse e banali, Baby Blue e The Sweetest Thingh, e tre canzoni invece molto interessanti e positive che andavano assolutamente sostituite a parer mio nella versione ufficiale dell'album con le tre traccie che sopra ho menzionato come negative (Saving Grace, Copycat e What's On My Mind). Si tratta di Woman Without Pride, Such A Shame e Paparazzi On Mopeds, che dal titolo sembrano fare a pugni con il nome dell'album ma che avrebbero aggiunto qualcosa al penultimo lavoro della band, che risulta nel complesso bello, ma non quanto ci si aspetta dai Cranberries.

Risulta evidente che il gruppo irlandese ha imboccato un'altra via, e loro stessi se ne accorgeranno e tenteranno di tornare sui loro passi senza grande successo nel lavoro successivo. 'Bury The Hatchet' contiene pezzi storici e canzoni magnifiche, accoppiate a forza a motivetti piuttosto scarsi e poco ispirati, e anche le bonus tracks nel complesso non sono del livello di quelle degli album precedenti. Quattro stelle per il semplice fatto che le canzoni negative sono la nettissima minoranza e ci sono troppi capolavori.

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