Dopo un viaggio di circa un'ora, arrivo alla stazione Centrale di Bruxelles. Era lí che avevo appuntamento con Anita, un'amica che veniva dall'italia specificamente per questo concerto.
Come al solito, siamo in ritardo: entriamo al Cirle Royal alle 8 e un quarto, mentre il concerto era già iniziato (imprevisibilmente, per noi italiani...) alle 8 spaccate. Per fortuna il loro gruppo spalla non era un granché: la cantante era pessima, e il tastierista era fuori tempo. In più, utilizzavano troppe basi pre-registrate.
Alle 9 e 10 il concerto è cominciato. "Playground Hustle", primo pezzo dell'album, mi è sembrata leggermente diversa. Gli arrangiamenti erano un po' stati cambiati, ed il risultato era migliore. Ora, non mi metterò a fare la tracklist e a giudicarne ciascuna, perché mi sembra alquanto stupido, ma mi limiterò a commentare in generale.
Molte delle canzoni, nel loro album, avevano delle sonorità folk, tipo una-chitarra-in-spalla-e-via. In più, oltre alle chitarre, c'era una voce infantile, forza e limite dell'album, che donava un tocco ulteriore di campagna. Al concerto, cambia semplicemente tutto. La voce della cantante, Olivia, era assolutamente decisa. In "Stay (Just a little more)", dà un chiaro esempio della potenza che puo' avere una voce femminile.
Le sonorità folk sono ormai sullo sfondo, e lasciano spazio a delle chitarre elettriche più spinte, un po' più "grundge" (l'idea, non proprio azzeccata lo ammetto, mi è venuta quando Dan, il pianista, ha lanciato degli urli alla Kurt Cobain in Aha, la migliore canzone della serata, che ho rivalutato completamente), più omogene. Il solitario trio chitarra acustica-voce insicura-percussioni dolci, è stato scambiato con un trio chitarra elettrica (e basso)-voce degna di merito- percussioni potenti. Il nuovo batterista che si è aggiunto al duo, un sedicente Jonny Giant (!) suona la batteria fortissimo, e gli altri due devono seguirlo. Un'ottimo acquisto.
I The Do hanno anche presentato due nuove canzoni, una molto elettronica, che segue la linea più "strong", ed un'altra dove Olivia canta e suona da sola la chitarra, puro tecnicismo vocale nel quale non ha più paura di esibirsi.
Il live risulta alla fine piacevole, anche se troppo corto (un'ora nemmeno con una pausa in mezzo per farsi pregare), ma con solo un'album alle spalle non ci si puo' fare molto. L'ambiente che l'ha accompagnato era pure alquanto caldo (avevo delle finlandesi nei sedili vicino a me). Ecco, una possibile pecca alla serata. Il concerto era in un teatro, troppo alto e scomodo per vedere e ascoltare.
Buoni.
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