Il mio primo contatto con i The Feeling non è stato sicuramente di quelli più felici, più che altro per colpa loro, o forse delle solite bislacche strategie commerciali delle majors; fatto sta che il primo singolo ufficiale della band fu una canzonetta abbastanza noiosa e lamentosa, probabilmente pensata per sfruttare la scia dell'infausto effetto Coldplay, che di fatto blocca lo sviluppo e la promozione di un pop rock genuino, semplice e brillante a livello mainstream.
Scegliere un esordio simile quando l'album "Twelve Stops And Home" poteva contare su un gioiellino come "Helicopter" rimane un passo falso bello e buono, ma da allora il gruppo di Dan Gillespie è riuscito a guadagnare un bel po' di punti simpatia e considerazione. Prima di tutto per la sincerità, loro fanno pop, l'hanno ammesso fin da subito senza ambiguità pretenziose, e questo è assai apprezzabile, ed al netto di qualche piccolo eccesso zuccheroso in qualche ballad il loro stile è diametralmente opposto a quanto fatto intendere dal primo singolo, ovvero fresco, vitale e brioso. i Feeling si propongono come continuatori dei fasti pop rock anni '70 ed in misura minore '80, quando la tristezza e la sciatteria non facevano ancora tendenza; derivativi? Sicuramente, ma anche sostenuti dall'entusiasmo e da un buon frontman come Dan Gillespie, ottima penna pop tra le altre cose, ed in fondo è questo quello che conta veramente.
"Together We Were Made", il loro terzo album datato 2011, sancisce la definitiva maturità del gruppo inglese, l'ultimo salto di qualità verso la formazione di un'identità propria e definita; anche se più vario ed eterogeneo rispetto ai due predecessori risulta tuttavia molto più uniforme dal punto di vista qualitativo, il prodotto di un gruppo arricchito dall'esperienza e con idee ben chiare e definite, deciso a portare avanti il proprio stile senza farsi influenzare da nuove mode passeggere. La differenza più evidente rispetto alla produzione precedente del gruppo è senza dubbio la presenza molto più capillare dei sintetizzatori, che tuttavia non scivola mai verso una scontata svolta synth pop revival, ma rappresenta un prezioso elemento di coesione per un album molto vario e brillante, a beneficiare di questa piccola svolta stilistica sono soprattutto le ballate, che perdono quell'aura zuccherosa ed un po' fiacca di "Join With Us", con grandi benefici in fatto di ispirazione, ricchezza melodica ed entusiasmo; un po' a sorpresa si segnala tra gli episodi migliori "Leave Me Out Of It", ballatona in duetto con la starlette dance Sophie Ellis-Bextor che mette in mostra un bel sound pieno, vivo, che non lesina cori ed orchestrazioni senza mai risultare tronfio e pesante; un grande senso di equilibrio ed immediatezza comunicativa che si riscontra anche in episodi come "Build A Home" e "Another Life" e nelle più sentimentali "Say No" e "Love And Care", che reggono la scena con la giusta dose di energia e convinzione. "Together We Were Made" riserva molte altre piacevoli sorprese, in primis il power pop corale dai ritmi vagamente tribali di un singolo brillante ed indovinato come "Set My World On Fire", la divertente ed ironica marcetta di "Mr. Grin", che ricalca lo stile dei Supertramp di "Breakfast In America", il funky vezzoso ed intrigante di un'ottima "Dance For The Lights", collaborazione con la stimatissima Roìsìn Murphy, la tranquillità riflessiva di una piano-ballad come "Back Where I Came From", che ricorda nell'approccio l'ultimo Elton John riletto in chiave elettronica, con un'inaspettata accellerazione rock nel ritornello, e la dolcissima ghost track acustica "Hardest Stone". Nonostante due o tre episodi un po' sotto traccia, nel complesso un'ottima prova.
Si, "Together We Were Made" è un archetipo (quasi) perfetto di come dovrebbe essere un disco pop rock come (inserire divinità preferita) comanda; sincero, prima di ogni altra cosa, per quanto mi riguarda la sincerità conta molto più del valore, della tecnica o qualsiasi altro dettaglio, anche se presuppone qualche testo un po' naif, anche questo fa parte del gioco; e poi è un album veramente ben fatto, completo e divertente, cantato molto bene il che non guasta mai, aspettando il suo successore, "Boy Cried Wolf", di uscita ormai imminente rimane veramente un gran bel sentire, il disco ideale per rallegrare una giornata noiosa, un'ottima prova per un gruppo ancora giovane ed in crescita, non parliamo sicuramente dei nuovi Queen, ma dopotutto non tutti possono essere geni ed innovatori, servono anche buoni artigiani, continuatori capaci e competenti di tradizioni valide e consolidate, ma anche capaci di aggiungerci qualcosa di proprio; i Feeling sono questo, così praticamente tutti gli artisti "mainstream" attuali che ritengo degni di nota, perchè forse è vero che in questo ambito è già stato inventato tutto, ma ciò non toglie che si possono sempre fare le cose per bene, come appunto in questo caso.
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