Quinto album complessivo e terzo dalla reunion del 2012, “In Your Own Sweet Time” è il nuovo lavoro della indie band scozzese The Fratellis.

Noti ai più per le superhit “Chelsea Dagger”, “Whistle For The Choir” e “Flathead”, tutte estratte dal clamorosamente fortunato esordio “Costello Music” (che sembrava averli lanciati nel firmamento delle sta d’oltrmanica con un milione di dischi venduti solo in UK), i tre hanno subito un costante declino commerciale che li ha portati a sciogliersi nel 2009. Le cose sono andate invece in crescendo dopo la reunion di tre anni più tardi; dopo un disco sostanzialmente ignorato, il quarto lavoro “Eyes Wide, Tongue Tide” li ha riposizionati nella top 20 britannica, grazie anche al ritorno del produttore Tony Hoffer che aveva lavorato con loro nel fortunatissimo esordio.

“in Your Own Sweet Time” è un buon disco. Molto vario, ai limiti della schizofrenia, ma titolare di un buon numero di melodie che fanno centro pieno. “Stand Up Comedy” apre in pieno stile Fratellis, ma già dalla successiva “Starcrossed Losers” il cambio di marcia è evidente, e ci ritroviamo di fronte ad un rock ‘n roll in pieno stile sixties, arricchito da azzeccatissimi coretti.

Anni sessanta che tornano qua e là lungo l’intera tracklist (come nella sfrenata e divertente, a partire dal titolo azzeccatissimo, “Laughing Gas”), alternati a fascinazioni ancor più retrò (“Sugartown”, Buddy Holly fino al midollo). C’è tempo anche per qualche spruzzatina di modernità, come nel primo ottimo singolo “The Next Time We Wed”, dominato da discreti inserti elettronici, o in “I’ve Been Blind”, che richiama i The Killer del sottovalutato “Battle Born”.

Funziona piuttosto bene anche l’estemporaneo ritorno alle origini di “I Guess… I Suppose”, garage rock che potrebbe essere benissimo un outtake di “Costello Music”, prima della chiusura con ambizioni da rock opera dell’ottima “I Am That”, interessantissima in prospettiva futura.

“In Your Own Sweet Time” è un discreto ritorno ad un buono stato di forma per il trio scozzese.

Traccia migliore: I Am That

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