La sventura di Teseo fu quella di trovarsi in un labirinto razionale, geometrico, intricato finché si vuole, ma pur sempre progettato da mente umana.

Insomma, stiamo parlando di Teseo: un personaggio unto dagli Dei, forse addirittura il pargolo di Poseidone! E che fà? Uccide il Minotauro e poi da bravo soldatino segue il filo a ritroso accontentandosi dell'amore di una Arianna qualsiasi (tra l'altro scaricata al più presto sull'isola di Nasso).

Se solo il labirinto fosse stato un ecosistema cresciuto in modo spontaneo e plasmato dal divino Caos! Altro che le carezze di una pulzella! Sono certo che il Nostro avrebbe preferito di gran lunga l'orgia di sinestesie offerta dalla maîtresse più persuasiva di tutte: la natura vergine.

È con questo spirito che noi - novelli Teseo - dobbiamo approfittare delle grazie di "Lifeforms". Certo, non prima di aver ucciso quell'infame Minotauro rappresentato dai nostri freni inibitori.

Bisogna lasciarsi andare.

Un sound fragrante, variopinto, a tratti oleoso. Una IDM dal sentore tropicale che sguazza e si contorce in pozze psichedeliche dai contorni slabbrati.

Una musica ambientale dai colori caldi e chiassosi che srotola le sue spire seguendo percorsi imprevisti. Tagli di seta pesante marezzati da intermittenze glitch, samples bucolici e linee di flauto traverso.

Pezzi come composti organici che si evolvono lentamente e che si versano nei successivi lasciando tracce residue del loro humus. Una fluidità di movimento che da un downtempo malato o da un tribalismo spumeggiante può tracimare nei lidi dell'Aphex Twin più soffuso o in quelli dei Popol Vuh più chic, diluiti in cocktails esotici: un gusto caleidoscopico ed inebriante per la contaminazione.

Un odore rotondo che declina al giallo ocra, al verde muschio e al color ruggine. Una puzza di sottobosco elettronico da cui sprizzano talvolta inopinati stacchi strumentali che arrivano alle nari in tutta la loro sapidità e che rivoltano il mood in un cambio di prospettiva degno delle migliori pagine di Gogol'.

Un disco che alterna carezze fragranti e strattoni acri, pizzicotti melodiosi e baci di smeraldo, fa il solletico all'odor di papaya e graffia al sapor di mango.

Un viaggio al termine dell'elettronica, un labirinto per tutti quei novelli Teseo che hanno appena ucciso il Minotauro.

E che non si curano dell'Arianna di turno.

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