Dovessi consigliare ad un neofita il disco ideale per un approccio al garage, questo sarebbe senza dubbio "Leave Your Mind At Home" dei Fuzztones.
In primo luogo, perché sono un inguaribile romantico e "Leave Your Mind At Home" è stato il primo disco propriamente garage che acquistai, circa 25 anni fa.
A questo riguardo, mi voglio togliere un sassolino dalla scarpa e, quindi, perdonatemi lo sfogo iniziale.
Il fatto è che, se tu, Midnight Records dei miei stivali, mi pubblichi un disco delle dimensioni di un 33 giri, è chiaro che un giovane ed ingenuo Pinhead lo metterà sul piatto per ascoltarlo, selezionando la velocità del 33 giri. Ora, chiunque di voi possegga «Leave Your Mind At Home» in formato vinile, provi ad ascoltarlo a 33 giri e comprenderà quali furono le mie sensazioni al primo ascolto ... Un trauma devastante, che superai solo un paio d'anni dopo, quando l'ascolto di «Lysergic Emanations» mi insinuò il dubbio di aver sbagliato qualcosa: cavolo, quel "45 rpm" impresso sul vinile significa che va suonato a 45 giri!
Senza contare l'umiliazione dovuta ai sarcastici commenti che mi dovetti sorbettare da mio fratello; il quale, non contento di aver inquinato la mia discoteca con spazzatura del genere EL&P, non perdeva occasione per fare lo sborone, tipo "Bella porcata il garage! Questi Fuzztones, poi! Ascolti proprio musica a cazzo di cane", che non ho capito precisamente cosa significhi, ma rende bene l'idea.
Se non avessi avuto l'illuminazione, allora, magari adesso sarei qui a recensire «Love Beach», e tutto per colpa di discografici senza scrupoli che mettono in commercio 33 giri che vanno a 45 giri.
Chiusa la parente, il secondo motivo per cui la mia scelta ricade su "Leave Your Mind At Home" è che, sotto molti punti di vista, si tratta di un disco perfetto.
Perfetto a partire dal fumettistico artwork, opera di quel matto di Rudi Protrudi. Fronte: sullo sfondo di atterriti spettatori, si stagliano le fantasmatiche sagome dei cinque Fuzztones, che esalano dal logo "Leave Your Mind At Home" come miasmi dall'oltretomba, il tutto sormontato dalla funerea insegna della ditta The Fuzztones. Retro: insettoni mutanti ed ogni genere di orride creature si aggirano tra il pubblico, nel mentre novelli Frankenstein ghermiscono fanciulle in fiore, la cui orribile sorte appare segnata. "È uno scherzo, naturalmente" ammonisce Rudi, e però nel contempo si diverte a storpiare "of course" (naturalmente) in "of corpse" (cadavere), denotando senso dell'umorismo tipicamente britannico.
Per non dire poi che "Leave Your Mind At Home" è un disco dal vivo, registrato in un modo zozzone che più zozzone non si può, e che, come dovrebbe essere un live che si rispetti, gronda da ogni solco fiotti di sudore, energia che nemmeno una centrale nucleare e passione, di quella che solo da un amore cieco ed incondizionato può sgorgare. L'apertura del lato B è tutta di Rudi che fomenta il pubblico, con incitazioni del genere «Scatenatevi, ragazzi, perché quanto più VOI perdete il controllo, tanto più NOI perdiamo il controllo». E davvero, quella notte, nessuno tra il pubblico aveva resistito all'invito a lasciare a casa l'autocontrollo: al punto che, pure per chi si ritrova davanti al giradischi, il vero spettacolo non sono tanto i Fuzztones sul palco, ma le urla invasate che accompagnano i grugniti di Rudi, l'eccitazione permanente ed i fremiti che scuotono l'audience, che percepisci appieno perché sono quelli che muovono anche te. Per quanto mi riguarda, una sensazione del genere la riprovai solo qualche anno dopo all'ascolto di quest'altro dischetto, e se di Muddy Waters si può dire «He got the blues», allora dei Fuzztones si può dire «They got the garage».
Non da ultimo, "Leave Your Mind At Home" è un disco perfetto nello spirito, sentito omaggio agli oscurissimi eroi - non si possono definire altrimenti - che negli anni Sessanta inventarono un genere che, cinquant'anni dopo, è ancora capace di sconvolgere. Si susseguono, in un crescendo da infarto, «Voices Green And Purple» dei Bees, «Blackout At Gretely» dei Gonn, «No Friend Of Mine» degli Sparkles, «We're Pretty Quick» dei Chob, «Flash On You» dei Love, «The Bag I'm In» dei Fabs e «You Burn Me Up And Down» dei We The People: (quasi) tutti brani che nel 1984 erano diamanti grezzi che solo qualche intrepido minatore poteva scovare. Ecco, i Fuzztones sono i minatori che hanno dedicato la vita a portare alla luce quei diamanti ed anche solo per questo la Storia gli dovrebbe rendere merito.
Dimenticavo. "Leave Your Mind At Home" è un disco perfetto anche perché, quando tempo dopo acquistai «We're Outta Place» dei newyorchesi Outta Place, pur avendo il disco le dimensioni del 33 giri, lo piazzai subito a 45 giri. E comunque, anche questo è un disco della Midnight Records, quindi mi sa che i tizi fanno apposta!
Comunque, pure la Dischord non scherza ... Visto che ognuno di noi è condannato a ripetere gli stessi errori in un eterno circolo, qualche mese fa ho comprato un vinile dei Minor Threat (formato 33 giri, ça va sans dire) che va a 45 giri: l'unica cosa che posso dire è che i grandi Minor Threat, anche a 33 giri, non sono malaccio ...
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