Isobel Campbell non solo possiede una delle voci più incantevoli e affascinanti che abbia mai ascoltato, ma è pure un'eccellente songwriter. E devo dire che la preferisco nei suoi lavori solisti che nella formazione dei pur ottimi Belle & Sebastian.

Non ho ascoltato ancora l'ultimo lavoro con Mark Lanegan in uscita in questi giorni, comunque nell'attesa ho rispolverato questo, uscito nel 2000.
Pubblicato sotto il nome di "The Gentle Waves" credo sia una creazione quasi completamente sua, anche se diversi membri dei Belle & Sebastian sono presenti in qualita di strumentisti. Storie di amori che che alla fine non funzionano, forse per l'incapacità dell'uomo e la donna di comunicare. O se funzionano sono tenuti su a sorsi di gin e di sogni solitari. Anche i momenti di allegria sembrano constantemente sospesi su un abisso oscuro che lo sappiamo bene che sta lì e ci potrebbe divorare da un momento all'altro. Storie che vanno avanti più perchè i protagonisti altrimenti non saprebbero che fare che per sentimento. Storie che iniziano con la pioggia di aprile e annegano a giugno in una marea sporca. Sullo sfondo fantasmi di un'infanzia di magie colorate.

L'atmosfera generale è estremamente sognante e delicata. Toni piuttosto sommessi di infelicità diffusa ed atmosferica. È la colonna sonora ideale per crogiolarsi in una malinconia quasi masochisticamente piacevole in un noioso pomeriggio piovoso. Toni graziosamente nostalgici di distacco a tratti disperato ed a tratti intimista. Piccole felicità bisbigliate per paura che si infrangano. Qualcuno ha descritto la Campbell come una Nick Drake al femminile, magari un pochino più allegra. In effetti penso che gli debba molto sia negli arrangiamenti che nei testi e nelle tematiche. Comunque ci troviamo davanti una persona con una cultura musicale molto ampia, capace di coniugare influenze di tutti i tipi, da Nancy Sinatra a Hank Williams passando da Serge Gainsbourg.

Devo dire che il paragone che mi sembra più calzante in quanto modo di cantare è quello con la grande Francoise Hardy (questo è evidente secondo me nel pezzo "Sisterwoman").

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