Ascoltandolo la prima volta, magari distrattamente, si può forse avere l'impressione di trovarsi di fronte a degli pseudo Blink 182 o peggio ancora, a una versione più veloce e distorta di qualche orribile boy band. Niente di più lontano, a ben sentire, da quanto offrirono i Get up kids con quello che rimane il disco Emo per eccellenza.

Something to write home about" racconta storie di adolescenti sfigati, di chi è stato lasciato dalla ragazza, di vacanze e ritorni a casa, di lettere e messaggi mai scritti o mai spediti, ma ciò che conta è sopratutto come lo racconta: non immemori della lezione degli "adolescenti sfigati" per eccellenza, i Replacements, ma se possibile con ancora più estro, i Get Up uniscono energia punk, e qualche richiamo di Rock americano anni '80, con la malinconia pop della New Wave inglese più obliqua e meno definita, Smiths e sopratutto i Cure, da cui i get up non a caso riprendono "Close to me"(assolutamente da ascoltare nella loro versione!).

E miscelano il tutto con un intelligenza notevole e rara, che dimostrano sopratutto nello strutturare e arrangiare il brano, mai banale e derivativo, ma sempre sfuggevole e non ben definibile, dominato da continui cambi dinamici ("holiday", "Acton & acton"), irruente e distorto ma sempre smorzato dalla dolcezza della tastiera ( "Close to home" , "Red letter Day"), inconsueto e cangiante nella struttura ( "Company dime", "I'm a loner dottie, a rebel"), o semplicemente malinconico e sommesso, senza per questo apparire meno inventivo ("Valentine", "Out of Reach").

Ed è sopratutto la libertà espressiva dei singoli musicisti, la cui interpretazione è sempre ariosa e poco stilizzata, a rendere ogni pezzo sempre interessante e originalmente costruito e a far risultare "Something to write.." un piccolo gioiello dell' alternative americana anni '90. Unico rammarico, il fatto che i Get up kids non siano mai andati oltre questo notevole secondo album, chiudendo e stereotipando il loro stile invece che espanderlo, tirando cosi fuori un disco perlomeno mediocre come il successivo "On a Wire".

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