Fino a dove può condurre la devozione per una band? Io questo non lo so, non sono quel tipo di musicofilo che si inebria di ogni singola scoreggia emessa dal suo gruppo preferito, però se mi assale la voglia di procurarmi qualsiasi cosa prodotta da un gruppo dalla vita piuttosto breve ('92-'94'), beh allora that's amore.

1992: i God Machine gettano le basi di quello che sarà, a distanza di un anno, il loro primo (capo)lavoro: questo EP infatti sembra quasi una prefazione a "Scenes From The Second Storey", dato che ne anticipa le atmosfere cupe e magmatiche. Quattro tracce per una durata complessiva di 25 minuti: questi californiani non hanno mai avuto il dono della sintesi, e noi decisamente ringraziamo.

Si parte con la titletrack (7' 38") che è una versione primordiale della "The Desert Song" che comparirà sull'LP di un anno dopo: manca il suono della cornamusa iniziale, viaggia a ritmi più lenti della versione definitiva e la misticità nell'aria già la si avverte, basta chiudere gli occhi e ci si proietta nel pieno deserto intorno al fuoco ballando danze tribali. "God save your honour" ripete continuamente Sheppard, e mi si rizza il pelo per i brividi.

"Prostitute" (4' 09") è ossessività allo stato puro: lo stesso monolitico, angosciante, insistente ritmo dal sapore un pò doom, un pò sludge, fino a che una seconda chitarra accenna timidamente un assolo spegnendosi poco dopo. Con "Commitment" (5' 21") ci si muove ancora col passo di un mastodontico animale, un flusso continuo di riff pesanti che rimandano a Sleep e Goatsnake si mescola poi a distorsioni che diventeranno strascichi di rumore via via più lievi, fino al semi-silenzio: la calma apparente prima della tempesta, l'urlo di Robin a squarciare il buio assoluto e a condurci ai fuochi d'artificio finali, perchè le mazzate sonore si esauriscono qui.

A chiudere l'EP è "Pictures Of A Bleeding Boy" (7' 39"), ovvero i God Machine vestiti di un velo di malinconia. Una struggente ballata acustica accompagnata da una batteria ormai placata e da suoni ambientali sullo sfondo che danno quell'aria così, un pò eterea.

("and what if I was to cut my wrists / and paint pictures on the wall of burning / with sunset over a deep red sea / would you see? would you see?")

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