È uscito il nuovo degli Hives e sulle riviste si scatena l’ormai solito polverone che accompagna ogni uscita new rock’n roll, new garage, o come la si vuole chiamare.
E, non c’è dubbio, i nostri rocchettari scandinavi divertono, non potrebbe essere altrimenti: parte “Abra Cadaver”, che apre il disco, ed ecco subito velocità punk, chitarrone distorte e voce selvaggia che intona melodia accattivante.
Non puoi non metterti a ballare sul letto.
Il secondo pezzo, “Two-Timing Touch And Broken Bones” abbassa appena i toni, adagiandosi a somigliare più agli Strokes, somiglianza accentuata dall’uso della batteria filtrata, molto comune al rock’n roll di oggi.
Il disco continua cosi, bello sparato, senza intoppi se non per l’orribile “A Little More Little For You”, sorta di ska/punk rock che più strizzata d’occhio al commerciale non potrebbe essere.
Si salva invece l’altro pezzo meno ritmato del solito, “Diabolic Scheme” sorretto da un’interpretazione “grottesca” del vocalist, e da archi fuori mano che sopraggiungono a metà pezzo.
Niente da dire insomma, te lo spari dalla prima all’ultima nota (più o meno) con gusto; certo rimane il rammarico che non c’è un’idea dico una un po’ più innovativa, perché non basta certo una struttura appena più disfunzionale come in “Walk Idiot Walk” o qualche tastiera piazzata qua e là per parlare di originalità.
E allora vi dirò che messo via questo “Tyrannosaurus Hives” l’occhio mi capita per caso su “Superfuzz Bigmuff + Early Singles” dei Mudhoney, i quali, tutti sembrano essersene dimenticati, il garage rock già lo riproponevano 15 anni fa; ordunque piazzo sullo stereo quel selvaggio e bellissimo inno di Seattle che fu “Touch Me I’m Sick” e concludo che non c’è proprio niente da fare, ‘sti gruppetti rock’n roll di oggi saranno anche divertenti, ma ormai hanno addosso una patina da modaioli paraculo che te li fa sembrare tutti meno sinceri, meno propositivi e meno validi di quanto riviste e addetti al settore in questo momento vogliano farti credere...
Quindi io propongo un voto a metà strada, sottolineando che questo disco non può essere preso se non, al massimo, come un piacevole diversivo di mezz'ora quando proprio non avete altro da fare.
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