"Finalmente! Dopo un anno di ricerche e di attese ho messo le zampe su questo disco!"
Nuova band per Crispian Mills: rotti, ahimé, i Kula Shaker, il biondo frontman riduce la sua musica all'essenziale, riaffacciandosi sulla scena con un trio chitarra-basso-batteria che si ispira particolarmente al periodo d'oro delle sonorità solari 60's e 70's.
La cosa che si nota già dal primo ascolto è che le contaminazioni indiane, sia sotto il punto di vista dei testi che sotto quello prettamente sonoro, sono state definitivamente abbandonate. Cosí come negli "Shaker", anche qui Mills suona la chitarra, scrive tutti i pezzi e canta con la sua voce pulita ed emozionante, di sicuro tra le migliori emerse dal panorama brit rock targato anni '90.
Teoricamente questo è il suo album solista, però, si sa come vanno le cose... se oggi non hai un gruppo con l'articolo "The" davanti al nome non sei nessuno, quindi... ci si adatta.
Ma l'articolo "The" è la prima e ultima cosa che i Jeevas hanno in comune coi vari The Vines, The Strokes e compagnia bella. Infatti, le sonorità del gruppo non provengono né dai Velvet Underground né tantomeno dal grunge, ma si rifanno a volte ai Beach Boys, con quei coretti cosí prettamente "Venice Beach", sfruttando anche le pianole, l'organetto Farfisa di Ray Manzarek (che Mills non abbandonerà mai nelle sue composizioni).
Immancabile il sound devoto ai Beatles e alle canzonette apparentemente semplici da rifare a casa con la chitarra.
Bella la traccia d'apertura "Virginia" che può essere avvicinata anche ad "Hey Dude" del '96. Il pezzo che merita di piú è sicuramente "What Is It For?" che ci propone un Mills in versione ballad come già lo avevamo trovato in "I'm Still Here" contenuta in "Peasant Pigs And Astronauts", ma stavolta non c'è solo la chitarra ad accompagnarlo ma un degnissimo arrangiamento, soprattutto di basso.
Il disco non spicca certo per originalità e, a dirla tutta, di sicuro ce ne sono parecchie di band come i Jeevas in giro (tant'è che la casa discografica, la "Cowboy Musik Limited" lo ha distribuito in soli cinque o sei paesi europei, quindi se lo volete acquistare l'unico mezzo per farlo è Internet) però regge bene ogni singola traccia, anche quelle veramente da denuncia alla polizia per il testo "You've got my number; Why dont'you use it? Use it! Use it! Do it! Do It now!" ("You've Got My Number").
Per i fan accaniti dei Kula Shaker, come il sottoscritto, questo disco è una gradita sorpresa che placa un poco la rabbia dell'aver visto morire la propria band preferita dopo solo due grandi album.
P.S. Se si vuole sapere qualcosa di piú su come è nato il gruppo o semplicemente dare uno sguardo a come si presentano i singoli estratti dall'album (le copertine sono davvero bellissime) segnalo il sito: www.thejeevas.com.
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