Band dal basso profilo commerciale (sicuramente in Italia) i Juliana Theory sono un po' strani nell'affollato sistema dell'emo rock americano. Se i loro inizi infatti erano puramente debitori verso il suddetto genere, con questo "Deadbeat Sweetheartbeat" i nostri si sono evoluti. La maturazione può essere dovuta a una serie di problemi interni, vicissitudini varie con le etichette, discrepanze di gruppo, tutti elementi che hanno portato allo scioglimento della band due anni fa. Giusto il tempo di sfornare quest'ultima opera, la quarta in studio, dotata di un suono maggiormente aggressivo, più rock a 360°, dai contenuti tardoadolescenziali di facilissima presa, anche grazie a una melodia oggettivamente friendly, giocata su ritornelli di subitanea presa, intensi e efficaci.
Come coscienza popolare insegna non tutte le ciambelle escono con il buco. Difatti a episodi di ottimo tiro, lanciati, veloci e coinvolgenti, ne corrispondono altri più molli, troppo pop e mielosi.
Interessanti a tal proposito l'opener "This Is A Lovesong... For The Loveless", "Shotgun Serenade", "My Heart Is A Soldier" e "10000 Questions", adrenaliniche e suonate tutte di un fiato, così come "I Love You To Death", con le chitarre che si espandono in ariose nenie quasi post-rock. Un po' più incolori invece le restanti, tra le quali spicca in senso negativo (almeno a mio avviso) "Leave Like A Ghost", incentrata su una base melodica e su un platter concettuale già sentiti; il rimanente galleggia invece nella norma, in perenne bilico tra l'estrema orecchiabilità e la sensazione di già sentito, ma non per questo risulta da buttare.
In definitiva un gruppo interessante, del quale mi sarebbe piaciuto seguire l'evoluzione, che se avesse seguito i connotati tracciati da questo disco ci avrebbe consegnato una band matura e affidabile. Quanto accaduto ai JT mi ricorda vagamente la storia dei Matchbook Romance, anche loro scioltisi nel momento di svolta maggiore (quel "Voices", peraltro già recensito, che generò e genera pareri più che contrastanti). Voto 7 dunque, con un pizzico di rammarico e dispiacere per la perdita di un gruppo dalle ottime prospettive.
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