"Defend Pig Squeals". Questo il motto di battaglia dei Juliet Massacre, band che non so per quale arcano motivo si è trovata nella condizione di autoprodursi un disco semplicemente mostruoso come "Human Abuse". Una band che ha sempre badato al sodo, di poche parole ma che ha finora dato prova di grandi performance, come testimoniano il debut "Pray For An Afterlife" e oggigiorno il nuovissimo capitolo discografico. Un album che vanta un songwriting ancor più ricco di soluzioni tecniche all'avanguardia e un ispirazione mai avuta sinora. Ma chi sono i Juliet Massacre? Una band che ha saputo amalgamare diverse correnti stilistiche: quella technical death metal, quella slam death e varianti core capaci di dare a modo loro "respiro" a brani decisamente off-limits. "Human Abuse" è un album fortemente voluto dai sei musicisti e la cosa la si nota sin dalle prime battute: l'attenzione maniacale posta su ogni singolo aspetto dei brani, quella continua sensazione di trovarsi di fronte a una band libera di esprimersi al cento per cento senza tentennamenti e una produzione DIY calibratissima nel porre in risalto ogni singolo strumento sono elementi che fanno di questo lavoro qualcosa di semplicemente perfetto. Stiamo parlando di una band facente parte della sottonicchia della nicchia di chi ascolta metal questo è chiaro a tutti, avere a che fare con blast beat, doppio pedale impazzito e non con uno ma bensì due "cantanti" che interpretano alla perfezione il ruolo di Cicerone in quello che è un viaggio negli Inferi non tutti riescono a reggere una tale botta. Ed è proprio l'impatto a fare di questo disco qualcosa di speciale: ogni brano è talmente spinto al limite da poter essere tranquillamente presentato dal vivo e questo è sicuramente un fattore positivo di questi tempi. Stiamo parlando di un gruppo che una volta tanto ha preso lo studio di registrazione come il perfetto banco prova per poi rendere al meglio dal vivo, fattore che non sempre troviamo all'interno di dischi alternative e non. A dare manforte all'interno della tracklist troviamo ben tre ospiti: Radim degli Spasm in "Slam Again the Injustice", Julien Truchan dei Benighted in "The Tragedy of the Guns" e Alessandro Falà dei Sawthis in "Chocking the Last Breath", oltre a uno splendido artwork. Gran disco insomma, consigliatissimo ai fan di Black Dahlia Murder, Despised Icon e Vulvectomy.

Elenco e tracce

01   Human Abuse (01:27)

02   Slam against the Injustice (02:05)

03   Gli Anni di Piombo (04:46)

04   Earth Annihilation (03:22)

05   Chocking the last Breath (04:27)

06   Drown in the Dust (02:40)

07   Suffering in a Lake of Solitude (03:48)

08   The Tragedy of the Guns (03:20)

09   Beaten & killed (02:23)

10   Her violated Body (03:32)

11   Freedom of Speech (04:42)

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