Originalità, talento, melodie azzeccate, passione e un po' di arrangiamenti sontuosi che non fanno mai male: questi sono i pilastri su cui si basa la grandiosità di "Hot Fuss" dei The Killers, band di Las Vegas che nel 2004 dà vita al più grandioso debut album degli ultimi 10 anni, una vera e propria tempesta emozionale che amalgama alla perfezione rock, elettronica, melodia e qualche atmosfera psichedelica, in cui si manifesta tutta la creatività ed il talento di questi musicisti, tra cui spicca ovviamente il cantante, tastierista nonché autore dei testi, Brandon Flowers, interprete dotato di una bellissima voce di velluto che imprime a questa band un marchio di fabbrica che rende inconfondibili queste dodici canzoni che entrano di prepotenza in testa, nel cuore e nello stomaco; nemmeno il debutto dei Muse era stato esaltante fino a questo punto.

Tanto per gradire, i Nostri piazzano ai primi posti della tracklist altrettanti capolavori in un'escalation emozionale incredibile: "Jenny Was A Friend Of Mine", che inizia con il rumore delle pale di un elicottero: la cosa non è casuale perché la canzone è caratterizzata andamento vorticoso e turbinante, con il basso di Mark Stoermer in grande evidenza e un Brandon Flowers che interpreta alla perfezione questo gioiello che prelude alla doppietta "Mr. Brightside"-"Smile Like You Mean It", due perfetti esempi dello stile dei Killers: ritornelli orecchiabili ma mai banali, melodie trascinanti, uso pressoché perfetto di chitarre, sintetizzatori ed effetti vocali e interpretazioni da 10 e lode.

"Somebody Told Me" è invece il singolo di maggiore successo; la prima volta che lo ascoltai mi lasciò estasiato quasi quanto "Bohemian Rhapsody" e, anche se con il tempo l'ho abbastanza ridimensionata, rimane un pezzo con i controfiocchi che mette in mostra una grinta rock abbastanza inusuale per i Killers, una bella canzone che però quasi sparisce al cospetto del capolavoro assoluto che la segue nella tracklist, la sublime "All These Thing That I've Done", una cavalcata che inizia quasi sommessamente per arrivare toccare vette emozionali da pelle d'oca, grazie a un Dave Keuning straordinario e all'azzeccatissimo coro gospel d'intermezzo, senza contare ovviamente il solito, bravissimo Brandon Flowers.

L'album prosegue ottimamente le atmosfere stralunate e psichedeliche di "Andy, You're A Star", che colpisce positivamente per il suo andamento ossessivo decisamente originale e azzeccato e "On Top", che invece sfocia in un ritornello più potente e rockeggiante, un altro pregevolissimo tocco di melodia arriva invece con la leggera e appassionata "Change Your Mind", quindi un paio di episodi abbastanza interlocutori come "Believe Me Natalie" e "Midnight Show" (che alla lunga riescono comunque a farsi apprezzare), che preludono a un finale da applausi a scena aperta: "Everything Will Be Alright", l'apice psichedelico del disco, con il suo ritmo pacato, le tastiere quasi cullanti e la voce di Brandon Flowers che risuona lontana ed echeggiante come se uscisse direttamente da un sogno. Questa magnifica canzone avrebbe sicuramente meritato di chiudere l'album, ma purtroppo, e questa è l'unica pecca del disco, "Glamorous Indie Rock & Roll" è stata inserita come bonus track alla fine: si tratta di una delle canzoni più particolari dei Killers: una vera e propria dichiarazione di intenti interpretata con grande passione da Brandon Flowers e molto ben concepita e arrangiata, ma messa lì alla fine rompe spezza l'incanto di "Everything Will Be Alright".

E vabbè, pazienza, nessuno è perfetto, e comunque questa piccola pecca non modifica di certo il mio giudizio sul questo stupendo disco e sui Killers, che sono di fatto l'unica rock band di recente fondazione (insieme ai Muse) che mi affascina e che gode a pieno titolo della mia stima e della mia ammirazione.

Chapeau.

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