1991. Le lezioni degli 808 State sono state apprese, l'esordio degli Orbital con "Chime" e degli Orb è alle porte e particolarissime sonorità stanno per essere esplicate.

Come il kraut e le colossali suite, anche l'ambient techno inizia a riprendere la struttura del concept album, sfornando dei lunghissimi trip lunari. "Chill Out", partorito un anno prima, diventa immediatamente l'emblema dell'elettronica dei Novanta, grazie all'aspetto camaleontico dato dai collage, dai paesaggi ancestrali e da tanta originalità.

Non si è dipendenti da nessuno, se non dalle novità dei vari Roland 303, 808 e 903 con la Detroit Techno e la Chicago House. I KLF partono proprio dalle sonorità soul di quest'ultima, come notiamo dall'intro soffuso di "Justified And Ancient". Subito si sterza con "Whats Time Is Love", primo capolavoro del disco e della band. Sequenze elettroniche si contorcono divinamente nel labirinto del ritmo, mischiando il diretto rap della dance e l'artificiosità tecnica.

Composizioni impacchettate perfettamente in una scatola ricca di influenze, come "Last Train To Trancentral". I ritmi serrati trovano respiro nei break caratterizzati dagli ariosi intermezzi di piano, senza rendere le strutture noiose o fine a sè stesse. La bellezza dei KLF la si trova nel movimento dei brani e nei suoni sempre sorprendenti. Non pensate di avere davanti una scialba band elettronica, tutt'altro. Il tiro dei brani è uguale a quello dei Prodigy, una sequenza inarrestabile di effetti electro.

"3 A.M. Eternal" è il terzo picco che li consacra definitivamente sia dal punto di vista commerciale che artistico. Sublime è di certo la prestazione vocale di Maxine Harvey, cantante al pari di Neneh Cherry senza dubbio.

"Build A Fire" ci riporta al pedal steel estatico di "Chill Out" e a un momento distensivo, di relax. La titletrack è uno pseudo-dub anticipatore di Tricky e Massive Attack. Come sempre il basso e i dialoghi della voce maschile e femminile alimentano senza pecche questo mantra crepuscolare.

Si arriva a "Justified And Ancient", altro singolo e successone, che chiude il disco con un'altra importante lezione. Il pop di un Lionel Richie e la coralità del gospel vengono fusi sorprendentemente senza problemi, dimostrando la stoffa di questa grande band.

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