Uh-oh! Ci fanno notare che questa recensione non riguarda (né tutta e né in parte) il gruppo dei superstiti inglesi dei Joy Division.

Credo che nessuno abbia piacere di passare l'intera vita a combattere contro i mulini a vento della  società normalizzatrice. Pure per un criminale come  Edward Bunker immagino sia stato più piacevole passare la vecchiaia a spese di quel fesso di Quentin Tarantino e  a fianco di fighe da sballo piuttosto che farsi i culi a poco prezzo delle checche di Los Angeles e continuare a rapinare i gonzi di cui è pieno il mondo. E così anche ad un vecchio pirata come Ron Asheton, dopo una vita passata sugli scudi,  deve essere parso  troppo  giusto fare il  paraculo assieme ad Iggy riformando nel secondo millennio gli Stooges (o almeno un gruppo che aveva lo stesso nome).

Parecchi di voi già conosceranno la storia,  i veri Stooges muoiono nel 1974 sul palco nel leggendario concerto dei vetri rotti e poi arriva lo sciogliete le righe. Ora è chiaro che un istrione come Iggy, se non stramazza  per i suoi problemi di tossicodipendenza, è destinato ad essere estratto ancora una volta come il coniglio dal cilindro per far divertire la gente. Il prestigiatore in questo caso si chiama David Bowie che gli infila un bastone nel culo e lo fa muovere a scatti (addio il contorcersi epilettico) come un burattino idiota new wave che rasenta la disco. Ma un chitarrista come Ron Asheton, che negli ultimi Stooges aveva subito l'onta di essere spostato al basso per far posto a James Williamson, che speranze aveva di essere riciclato nello show business?

Tanto più che Ron non è un camaleonte che sa andare incontro ai gusti del pubblico e non è indeciso come Iggy sulla strada da prendere, perché c'è solo una cosa che lui sa suonare ed è il rock duro. E allora, come un galeotto che si è fatto dieci anni di gabbio, ripiomba sulla strada a fare quello che sa fare meglio. Niente frequentazioni britanniche altolocate ma ritorna  a bazzicare  i soliti ceffi del giro, come  l'altro detroitiano Dennis Thompson (ex MC5) alla batteria e  il pianista strafatto di morfina Scott Thurston (già dal vivo con gli Stooges). E, dato che la nuova mecca del suonare hard è Los Angeles,  i nostri tre eroi bazzicano la città degli angeli assieme all'altro chitarrista Ray Gunn, l'ottimo bassista Jimmy Recca e il cantante Jeff Spry.

 Era la migliore band senza contratto in città, dal vivo potevano stracciare chiunque proponendo  covers  infuocate di MC5 / Stooges in  un medley di "Down on the street"/ "No Fun"  assieme a  "Come Together" dei Beatles. Altro pezzo di battaglia  al fulmicotone  era "Hollywood Holyday" che andrà a finire su questo disco, con il basso pulsante di Jimmy Recca e i lancinati assoli di Ron. E vi giuro che "Lucky Strike" è ancora un brano che incendierà i vostri pomeriggi assolati, inchiodato a quel riff metallico pur senza essere heavy metal. E' la caratteristica di Ron (che ricordiamocelo bene ha scritto brani  come "TV Eye" o "Down the street"): fabbricare un rock and roll stordente, violento e bollente ma che eppure ti entra dolcemente sotto la pelle.

Peccato per la registrazione di questi gioiellini, praticamente è tutto appiattito  da una produzione inesistente dato che sono dei demos salvati con un registratore tascabile. Se fossero stati ripuliti saremmo qui ad esaltarci per il torrido assalto  di "Declaration of war", in cui basso e chitarra si tirano gli assoli a vicenda, o la jazzatissima "Sidewinder", con il piano di Scott in evidenza e i fiati impazziti in chiusura. Questi quattro brani,  che compongono la prima facciata del vinile edito dalla Fun francese nel 1977, per me rappresentano il meglio dell'esperienzNew Order, perché i tre pezzi della seconda facciata mi sembrano troppo legati ad esigenze radiofoniche con il nuovo cantante Dave Gilbert (ex Amboy Dukes, altro detroitiano) dalla voce meno aspra e più convenzionale di Jeff Spry. Come se, dopo un 1975 passato a cercare un ingaggio, l'anno dopo la fame li avesse convinti ad un rock meno disturbante e aggressivo di quello di matrice Motorcity e invece più adatto ad essere sparato via etere, roba che spopolerà in seguito a Los Angeles una decina di anni dopo abboffando di dollari gruppi street tipo L.A. Guns e Faster Pussycat. Anche se forti dell'anthem "Rock and Roll Soldier", che poi sarà rifatto dai Radio Birdman e in tempi più recenti dagli Hellacopters, e dell'ombroso e disperato rock di "Of Another World", niente mi leva dalla testa che i cinque New Order ora sparavano le cartucce più affidabili, tanto più che si parlava di interessamenti in qualità di produttori nientedimeno che di Sandy Pearlman e  Kim Fowley.

Ma galeotti del genere sono dannati,  perciò destinati a lottare contro la società per la vita intera e la brutta fama che si portano appresso scoraggia ogni possibile grosso "datore di lavoro". Poco male perché il vecchio pirata ci regalerà altre perle portando zizzania nella famiglia dei Destroy All Monsters e attraversando l'oceano assieme al fido Dennis Thompson per dare vita agli spettacolari concerti dei New Race con i loro fans Rob Younger e Denniz Tek (Radio Birdman). Poi il ritorno con Iggy e la parodia degli Stooges...finalmente una vecchiaia in tranquillità? No, la vita torna sempre a presentarti il conto. Fanculo.

Ron "Rock Action" Asheton (1948-2009 R.I.P.)

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