È con il VHS di questa esibizione ad Atlanta del Novembre 1983 che ho conosciuto i Police.
Fantastici in questo concerto, che è un bellissimo testamento di questo singolare e tormentato matrimonio a tre.
Lo vorrei consigliare a tutti perché alcune canzoni sono nettamente superiori alla versione in studio, e non mi riferisco solo all’energia che sprigionano. Ecco le canzoni che prediligo.
Partiamo da “Sinchronicity I”, che è sviluppata con Copeland che non usa mai il charleston per tenere il tempo, ma il crash. La versione sul palco è una frustata. La versione in studio è splendida ma meno energica. Questa versione, con meno tastiera, cattura davvero l’essenza del pezzo. A volte quello che trasforma una grande canzone in un capolavoro è il togliere, non l’aggiungere.
“Walking in Your Footsteps” è un altro gioiello. La versione su disco è uno splendido lento. Ma nel live la preferisco, con Copeland allo xilofono, e Summers fantastico che conclude con uno dei suoi “assoli”, mentre sul disco è davvero troppo trattenuto. La chitarra di Summers, discreta, intelligente, e triste, rispecchia bene la serietà e l’ironia amara della canzone.
“Message in a Bottle” è, per quel che mi riguarda, davvero sopra alla versione in studio. Nella versione in studio, Copeland, nelle strofe, accompagna troppo sui tamburi e disturba la voce di Sting. In questo concerto è più jazzata. Mentre Sting canta le strofe, Copeland accompagna con entrambe le bacchette sul charleston. Poi il passaggio al ritornello, e poi l’accompagnamento di Copeland spettacolare (guardatelo al terzo ritornello come usa la mano sinistra). Bellissimi “i rientri” dopo i ritornelli.
“Hole in My Life” live diventa un capolavoro, con un Copeland ancora superbo. La versione sul disco, pur ottima, mancava un po’ di carattere.
“So Lonely” è ancora più bella della versione in studio nella parte cantata; ma già la versione in studio era da inchino.
“Every Breath You Take” è buona. Ma la versione in studio è inarrivabile. Non ho mai ascoltato una versione dal vivo che la raggiungesse.
“I Police sono senza confronti dal vivo” – scrisse “Billboard” commentando il VHS.
Questo concerto è bello anche perché ci sono telecamere tra il pubblico, e puoi vedere la gioia dei ragazzi che cantano le canzoni.
E poi ti viene da ripensare all’inizio degli anni 80, quando il mondo – nonostante la Guerra Fredda – cominciava a ritrovare speranza dopo il cupo decennio precedente.
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