The Red Chord non sono una semplice band, sono una belva ferita, un'animale braccato, ma anche una fiera assetata di sangue e pronta ad assalire qualsiasi forma vivente le si presenti a tiro pur di sopravvivere. The Red Chord non molleranno mai l'osso sino a che non lo avranno scarnificato e la prova ci giunge dalla disamina di quella che è la triade discografica sinora rilasciata dalla formazione del Massachusetts. Prima l'esordio ferocissimo con "Fused Together In Revolving Doors" (rilasciato dalla Robotic Empire), poi il considerevole salto, di popolarità e immutata carneficina sonora, compiuto con "Clients" e grazie al contratto con la Metal Blade, e adesso la conferma definitiva con il nuovo "Prey For Eyes". Difficile pensare che sia possibile andare oltre (e fare di meglio) lungo questo stesso percorso musicale, ma tale problema si presenterà nel momento in cui Mike "Gunface" McKenzie e soci dovranno comporre il prossimo album, per il momento ci allietiamo nel venire rasi al suolo dalle quattordici nuove tracce. Se nel lavoro precedente il sound di matrice grind/death/hardcore cementificato nel noise rock costituiva un tutt'uno assolutamente impenetrabile, compatto e compresso oltre ogni razionale ragionevolezza, in occasione di "Prey For Eyes", pur mantenendo inalterata l'amalgama primaria e quel senso di schizofrenia controllata, hanno allentato un po' le catene di acciaio che li racchiudevano in un bunker a prova di esplosione atomica e hanno dato un'impronta maggiormente sludge/epica alle composizioni. Ne è venuto fuori un impasto grandioso, capace di aggredire sempre, ma anche di regalare sorprese inattese come la strumentale "It Came From Over There" (in odore di Zombi, la stratosferica band della Relapse).

The Red Chord non fanno prigionieri e i pochi che rimangono in vita li torturano sino alle estreme conseguenze. Mind blowing!

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