Con il loro precedente disco raggiunsi credo una serie di commenti da far invidia al blogger più rinomato sulla faccia della Terra, quindi ora ci riproviamo con il nuovo lavoro dei Rejected, "Behind the smile". Ok, ma in questo caso credo che per il sottoscritto sia meglio strutturarla a punti, nello specifico:
01. La bio di presentazione: Si parla del passato, dei dischi usciti e poi un termine messo lì, così: "Post-Hardcore". Va bene, ci sta, magari li sto confondendo con altri. Guardo in Rete e sono proprio loro, quelli che ai tempi (un paio di anni fa al massimo) venivano descritti come grunge/alternative rock. In pratica è come se Kurt Cobain avesse deciso di passare da "Smell Like Teem Spirit" a suonare cose tipo Underoath. A questo punto passiamo allo step successivo.
02. Ok, citare quello che si vuole nella bio. Ma poi alla fine il disco lo si ascolta. E qui casca l'asino verrebbe da dire. Dove diavolo sta il post-hardcore?! Mi piacerebbe un sacco saperlo, perché qui di post non c'è manco l'ombra. Di che si tratta?! Di hard-rock/alternative rock, nulla più nulla meno.
03. Contenuto: Rispetto al disco precedente mi duole ammetterlo ma non mi ha preso granché. Musicalmente al limite dello scolastico, vocalmente in grande affanno.
04. La produzione: Questa fu una cosa che feci notare anche nella recensione precedente e purtroppo ci risiamo. Oggigiorno il pubblico è abituato a un certo livello qualitativo, oltre che della proposta anche di suoni e tutto ciò che ruota attorno a un'uscita. Avere un produttore non dico di grido ma che perlomeno abbia esperienza nel settore non solo aiuta il disco a essere più professionale ma il più delle volte porta una band a crescere. Quindi evitiamo quei suoni da scantinato, quel basso che fa quasi impressione talmente è posto nel vuoto più totale. Insomma se vogliamo fare uscire un disco, curiamolo. E' sangue del vostro sangue in fondo no?
05. Artwork: Qui ognuno può decidere liberamente, ma come direbbe la Maionchi "per me è no".
In chiusura: Sono estremamente desolato nell'essermi espresso in maniera così netta, ma meglio essere schietti che buonisti. Resta solamente la mia opinione e sinceramente spero di sbagliarmi su questo disco.
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