Pubblicato nel 1980, "Emotional Rescue" rappresenta un clamoroso capitombolo creativo nella storia discografica dei Rolling Stones. L'album cerca disperatamente di rincorrere e ripetere il grande successo commerciale ottenuto due anni prima da "Some Girls". Mentre "Some Girls" segnava un deciso ritorno al pensiero rock dei tempi migliori, "Emotional Rescue" si presenta come un'opera scontata, claudicante, commerciale e con pochi spunti degni di nota. Basta osservare l'insulsa copertina dove i corpi dei musicisti sono ripresi con la tecnica della termofotografia, esempio della moda elettronica molto presente nelle produzioni del periodo, per farsi un'idea dei suoi contenuti.

Il disco ha sonorità plastificate che a tratti lo rendono noioso. Per non scomodare inutili paragoni con i capolavori targati primi anni settanta, qui manca quella sensazione di imprevedibile mordi e fuggi dettata dalle chitarre presente in diversi pezzi di "Some Girls". I brani sono tutti eseguiti con grande esperienza e con una buona dose di mestiere che riesce sempre a far passare in secondo piano una certa mancanza di creatività compositiva e una sempre più spiccata comercialità. Manca completamente l'effetto sorpresa e l'attitudine a variare i suoni. "Emotional Rescue" è un disco piatto e interlocutorio che risente troppo delle influenze modaiole del periodo. MicK Jagger all'epoca, forse in preda al delirio dato dalla febbre del sabato sera, avrebbe fatto meglio a frequentare meno gli amici discotecari americani per concentrarsi maggiormente sulle radici blues che in un glorioso e lontano passato spuntarono dal delta di Dartford. D'altro canto anche Keith Richards, stranamente, non riesce ad avere spunti abbastanza creativi per dare la giusta grinta ad un'opera sotto tono. Ma a Lui si può perdonare tutto.

Il disco si apre con una composizione firmata Jagger-Richards-Wood, "Dance (Part I)". Si tratta di un brano funky, serrato, abbastanza lucido nella sua esecuzione. "Summer Romance" e "Let Me Go" sembrano scarti delle sessions di "Some Girls", sono brani comunque spigliati e di presa immediata. "Send It To Me", grazie alla scomoda amicizia con Peter Tosh, è contaminata dalle sonorità reggae tanto amate dalla band mentre "Indian Girl" è una ballata sdolcinata con la voce di Jagger in primo piano. "She's So Cold" è essenziale e possiede un ritmo incalzante mentre "Where The Boys Go" è caratterizzata da un suono troppo tirato e duro. "Down In The Hole" è un buon blues potente e convinto e "All About You" è una zampata di Richards. Si tratta di una delicata ballata soul suonata con sentimento e cantata con spirito posta in chiusura. Probabilmente il momento migliore di un disco appena dignitoso. Un cenno a parte lo merita il brano che intitola il disco. "Emotional Rescue" è una sfacciata dance song con Jagger abilissimo a sfoderare tutti i suoi trucchi vocali, dal falsetto al sussurro. Forse più adatta ai Bee Gees di "Spirits Having Flown" che alle Pietre Rotolanti. Un brano pesante e ruffiano che sicuramente all'epoca sarà piaciuto a chi abitualmente frequentava le discoteche alla moda di New York. Troppo danzereccio però per lo zoccolo duro dei fans.

L'album "Emotional Rescue" ottenne comunque il solito successo di vendite e di classifica. La critica però si dimostrò fredda e dura con gli Stones e con la loro tendenza a produrre canzoni piuttosto commerciali. Solo il successivo "Tattoo You", pubblicato l'anno dopo, avrebbe riportato gloria e stima in casa della band grazie ad un ritrovato entusiasmo compositivo.

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