Saranno patetici, ormai staranno sul culo a molti, ma secondo me i Rolling Stones sono da ammirare, gran parte del pubblico è convinto che dalla fine degli anni '80 abbiano concluso la carriera. Quello che viene dopo è solo un modo per restare sulle scene e farsi altri soldini, a mio parere invece quello che viene dopo (tours e dischi) è un modo per dimostrare di non essere finiti, di avere ancora da dire e soprattutto di non deludere i fans, regalando ancora performance di buon livello (almeno secondo questo disco). Ci tengo anche a dire che questa è un'opinione soggettiva, ognuno la pensi come vuole, tutti i pareri sono accettati.
Il gruppo dopo il discreto "Bridges to Babylon" non ha più pubblicato materiale inedito: la raccolta "Forty Licks" e questo "Live Licks", registrato appunto dopo la raccolta. Gli Stones originali sono rimasti in quattro, infatti al basso non c'è più Wyman, rimpiazzato da un certo Darryl Jones, il quale non fa parte del gruppo in pianta stabile. Il lavoro comprende registrazioni tratte da concerti in Europa, America del Nord, Asia e Australia, si snoda su due cd: il primo contiene solo canzoni scritte da Jagger e Richards, mentre il secondo ha anche alcune delle loro covers più famose. Lo trovai quando stavo cercando un live degli Stones, ne notai parecchi su internet e riviste, ma sfortunatamente non ne vidi nessuno di quelli citati e allora mi accontentai di questo, ero scettico.
...Invece quando ho inserito il primo disco nel lettore mi son dovuto ricredere, ok, nulla di chissachè, ma era molto piacevole. Le prime tre canzoni sono sferragliate di rock genuino, ritmate, dove ci si può scatenare, tre classici senza tempo, ovvero "Brown Sugar", molto potente, "Street Fighting Man", più veloce e "Paint it Black", forse non perfetta, ma buona lo stesso. Alla quarta traccia troviamo il punto più alto del disco a mio parere, una bellissima versione di "You Can't Always Get What you Want", con un Jagger carismatico e pimpante che fa copia con quel diavolaccio di Keith, qui in ottima forma. Si torna a ballare con le classiche "Start Me Up" e "It's Only Rock 'n Roll", quest'ultima un po' sottotono, ma passabile. Eccezionale la ballata "Angie" e in "Honk Tonk Woman" troviamo la presenza femminile di Sheryl Crow. A chiudere bene il primo cd troviamo "Happy" e "Gimme Shelter", accompagnate dalla classica e sempre emozionante "Satisfaction".
Il secondo disco si apre come il primo, con tre brani classici delle pietre: "Neighbours", "Monkey Man" e "Rock Off". In "Can't you Hear me Knockin" troviamo una bella parte di improvvisazione, dove sentiamo un miscuglio di chitarre e strumenti a fiato. Le due cover-ballads "That's How Strong my Love Is" e "The Nearmess of You" creano un gran bel pathos tra band e pubblico. A riportarci con i piedi per terra ci sono le energiche "Beast of Burden" e "When the Whip Comes Down". Carina la cover "Rock me Baby" scritta da B.B. King. Buone performance anche "You Don't Have to Mean It" e "Worried About You". A chiudere il tutto troviamo un ottima versione di "Every Needs Somebody to Love", con un cammeo di Solomon Burke.
Un live certamente da rivalutare, perché anche se non può competere con i grandi dischi dal vivo del passato lo trovo migliore di "Love You Live" o "Still Life". Una cosa certamente da notare è come Jagger abbia ancora una buona voce dopo tanti anni. Per concludere non è nulla di eccezionale, ma ci dimostra come questi dinosauri siano ancora in grado di donare grandi emozioni al loro pubblico. Tre stelline e mezzo come voto, perché il gruppo ha fatto di meglio e per correttezza verso certi capolavori...
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