"Pisces Iscariot" rappresenta nella discografia dei Pumpkins il momento di transizione tra due grandi album, il tanto celebrato "Siamese Dream" e il monumentale "Mellon Collie and the Infinite Sadness"

In realtà si tratta di una collezione di scarti e b-sides degli anni precedenti, dell'era "Gish" e "Siamese Dream", pezzi che per un motivo o per l'altro non erano entrati negli album ufficiali ma che rivelano a mio parere l'altissimo livello compositivo del Corgan di quegli anni, in grado di sfornare pezzi molto eterogenei e (quasi) sempre convincenti.

Si parte in sordina con "Soothe", solo voce e chitarra, canzone malinconica che preannuncia atmosfere alla "Stumbleine". In "Frail & Bedazzled" entra in scena la batteria prepotente di Jimmy Chamberlin e il tipico suono fuzz delle chitarre elettriche. "Plume" rallenta di nuovo e contiene due ottimi assoli, nella parte centrale e finale. Pura libertà compositiva, insomma, un Corgan non ancora ingabbiato nella limitante formula pop di tanti album successivi (da Adore in poi, direi)

"Whir" è un bel pezzo acustico, leggero e dolce come una giornata d'estate. "Blew away" è il contributo di James Iha, dalla melodia quasi sussurrata e stralunata; "Pissant" e "Hello Kitty Kat" riaccendono gli animi, batteria martellante, chitarre distorte e voce che alterna rabbia e carezze.

Arriviamo alla parte a mio parere più succosa del disco. "Obscured" è una ballata sognante che non avrebbe sfigurato in "Mellon Collie", una vera gemma. "Landslide", cover dei Fleetwood Mac, mostra il lato più intimista e sofferto di Corgan, che fa suo un testo poetico sulle fasi della vita e l'inevitabile crescita/cambiamento che tutti noi affrontiamo prima o poi. "Starla" è una cavalcata di oltre 10 minuti (troppi, secondo me) costruita su un riff simile ad un mantra che poi esplode nella distorsione.

"Blue" inizia con un riff di basso e gioca sul rallentamento/accelerazione, soluzione tipica di molti pezzi dell'era Gish. "A girl named Sandoz", cover degli Animals, è bella acida come la "ragazza" descritta nel testo, chiara allusione ad una azienda farmaceutica.

"La Dolly Vita" (titolo di felliniana ispirazione?) è un'altra ballata acustica di buona fattura (ripensando soprattutto a quanto scritto da Corgan dal 2000 in poi...) "Spaced" chiude il disco con un quasi strumentale in orbita, testo confuso in secondo piano che credo nessuno abbia mai cercato di comprendere/tradurre.

Insomma, una raccolta di scarti/b-sides che testimoniano una fase di grazia irripetibile di una band non ancora travolta dagli effetti negativi della popolarità e delle logiche commerciali; Corgan allo stato puro, Chamberlin e Iha al suo fianco, tanta sostanza e voglia di stupire, reinventarsi, stare insieme, quella rabbia (rage) che li avrebbe portati presto sul tetto del mondo.

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