Dal 1983 al 1987 gli Smiths hanno regalato agli appassionati alcuni dei più interessanti e suggestivi brani degli anni Ottanta. La loro musica si è sempre basata su un pop melodico e chitarristico impreziosito da liriche intelligenti, letterarie, intelletuali, ciniche ed ironiche cantate con consapevole distacco. Guidato dal carismatico Morrissey e dal bravissimo chitarrista Johnny Marr, il quartetto britannico si è imposto all'attenzione generale sin dagli esordi, evidenziando fra l'altro un'estrema prolificità. I loro brani non lunghissimi, caratterizzati da armonie che spesso riportano alla mente i classici dell'era beat, la voce inconfondibile e personalissima di Morrissey a dominare il tutto sono gli ingredienti con i quali gli Smiths conquistano persino le simpatie del grande pubblico, sulle ali di una musica che indubbiamente possiede tutti i requisiti giusti per essere apprezzata anche da chi non segue da vicino la scena pop-rock internazionale.

Quando però le proposte degli Smiths cominciano ad avvicinarsi troppo agli schemi del pop più scontato, Johnny Marr, che intanto è diventato un apprezzatissimo turnista, annuncia la sua decisione di abbandonare la band, presto imitato da Morrissey che intraprende una fortunata carriera solistica inaugurata dall'album "Viva Hate!", probabilmente il suo disco più riuscito. Il frettoloso live postumo "Rank" e un concerto d'addio senza Marr sanciscono la fine della vicenda Smiths, un gruppo fra i più importanti della storia del pop-rock.

Pubblicato nel 1987 in piena Smiths mania, "The World Won't Listen" è una coerente raccolta che all'epoca riscosse un buon successo commerciale. Per chi ancora non conoscesse nulla della loro produzione discografica questo disco rappressenta un ottimo riassunto della loro elevatissima arte. "The World Won't Listen" ci mostra quanto fossero ottimi maestri Morrissey e Marr nel produrre ottimi brani per il breve formato a quarantacinque giri. "Panic", "Ask" e "London" sono pezzi pop sinuosi mentre dal classico capolavoro "The Queen Is Dead" vengono riproposte le conosciute e accattivanti "Bigmouth Strikes Again", "The Boy With The Thorn In His Side" e l'inarrivabile "There Is A Light That Never Goes Out". La raccolta mostra anche il lato più introspettivo del complesso grazie a perle come la pianistica "Asleep", le delicate "Half A Person" e "Unloveable". Non mancano pure una gradita ripresa della bella "That Joke Isn't Funny Anymore" dall'album "Meat Is Murder" e dell'inno "Shoplifters Of The World Unite" che insieme ad altre interessanti tracce completano questa raccolta intrigante.

Un'opera non indispensabile, diversamente da tutta la loro discografia ufficiale, ma consigliata a tutti nonostante la sua leggera frammentarietà. Soprattutto a chi ancora non conosce  l'affascinante universo musicale di questi quattro ragazzi di Manchester e a chi ignora l'enorme influenza che hanno saputo esercitare sul panorama rock inglese degli ultimi vent'anni.

Carico i commenti...  con calma