Si è molto allegri e soddisfatti a dare un esame in cui si riesce a copiare alla grande (sono pessimo lo so, ma spetta a noi stessi giudicarci ed io giudico il copiare alla stregua del diritto d’espressione), ma sono allegro anche perché in cuffia da un po’ girano gli Spinto Band.
Tornati dopo ben 4 anni; e tornati alla grande, nel loro minuscolo alveo pop. Forse qualcuno li ricorderà per l’incantevole “Oh Mandy”, per me uno dei pezzi più belli degli anni ’00.
Allegramente acidulo, di lontane sembianze sub-beatlesiane, il gruppo del Delaware (che ho scoperto essere uno dei 50 stati) è nuovamente fra noi mantenendo intatto lo stile maldestro e per nulla serio che lo contraddistingue.
“Cookie Falls” e “Keep Them Alive” sono più che validi pezzi rappresentanti al meglio il tipico timbro degli Spinto. Shy Pursuits, e un po’ me l’immagino timidi, o perlomeno umili, perché questo album suona tale nonostante i lampi di genuina ispirazione non manchino, come l’irresistibile “Leave Yourself Alone”.
Per il resto l’album fila via ch’è una meraviglia, senza sussulti particolari, cullandoci ebeti fra ballatine con annesso mandolino (“The Living Things”) e prese per i fondelli dei Vampire Weekend (“Muesli”). L’unica lieve differenza col passato può essere l’abbandono graduale di certe atmosfere eteree che avvolgevano le composizioni per approdare ad un suono più nitido.
Evviva la band che spigne, ci volevano loro a dimostrare che si può rimanere giovani e fedeli alla linea anche quando d’acqua sotto i ponti n’è passata a manna.
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