Un live registrato in studio??? Ebbene si... anche questo fa parte dell'ecclettismo di Andy Tillison, mente e "comandante" dei The Tangent.
Non solo rock. Non solo prog. Insomma. Un coacervo ben riuscito, affascinante e intrigante di musica, che tocca molti generi. Questo video dimostra le grandi capacità compositive di Andy e quelle tecniche (mai fine a se stesse) degli altri membri della band.
Breve presentazione dei musicisti:
Andy Tillison / lead vocals & keyboards - il "capo", ma la voce non è personale... facesse cantare qualcun altro...
Jonathan Barret / bass: ottimo nei brani jazzy, un po' meno in quelli più rock
Luke Machin / guitar and vocals: spettacolare (credo che abbia il poster di Steve Hackett in camera...)
Tony Latham / drums: nonostante la stazza, con le bacchette è agile, musicalmente notevolissimo
Theo Travis / saxophones and flute: sempre grande il Theo...


Nessun pubblico, e questo può far pensare a una scelta azzardata, ma il tutto è registrato live, senza sovraincisioni o particolari artifici se non quelli che
si userebbero durante un concerto. Ok, manca il pubblico... ma dato che i Tangent di solito si esibiscono in locali piccoli (mai in stadi), tutto sommato
l'assenza di "urletti" e "battimani" fuori tempo non da fastidio, anzi, permette di concentrarsi sulla musica, che, devo dire, è davvero coinvolgente e immaginifica.

Una "Where are they now" iniziale apre le danze, con tastiere, basso e batteria in evidenza, lasciando poi spazio agli altri strumenti (chitarra e sax in primis). Grande brano tirato e spettacolare.

Poi è la volta di "The Mind's eyes", storia di deviazioni mentali, acida e cupa al punto giusto.

Si arriva quindi a "Perdu dans Paris" che sembra una ballad deidicata alla Parigi "romantica", ma poi si scopre una denuncia forte alle condizioni dei senza-tetto parigini, con una presa di coscienza non comune: "There's two Cities in this town, and I'm living in one, but I could be in the other Tomorrow"... non si sa mai nella vita...
Il brano successivo, "Paroxetine 20mg" è acido, lisergico ed è una condanna forte a chi prescrive psicofarmaci a pioggia...
"A sale of two souls" è delicata, incazzata e anche un po' romantica. Chitarra (sintetizzata, bene) e flauto per discorrere amabilmente di segni della vecchiaia e del fatto che non siamo, noi ultracinquantenni, da buttare via, nonostante tutto... le dita riescono ancora a premere i tasti del pianoforte...
"GPS Culture / The Music that died alone" si tratta di due pezzi davvero molto notevoli, con macchie jazz e canterbury da godersi con calma e relax.
"In darkest dream" è il capolavoro, a mio parere, della set list. A parte il cameo dedicato ai "Tangerine Dream" ("After Phaedra") rielaborata da Tillison con
le sue diavolerie elettroniche che non mi soddisfa affatto, ma per il resto (part 1 e 2) è davvero un manifesto del prog canterburiano e no.
Da ascoltare anche i titoli di coda, dove molti brani dei Tangent (non solo quelli del concerto) sono proprosti suonati dall'orchestra sinfonica.
Da non perdere assolutamente

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