I Tangent sono Gruppo di eclectic rock, più che di neo-progressive, e nascono nel 2003 per un progetto che non avrebbe dovuto avere futuro, e invece hanno pubblicato 9 album in 12 anni di attività (l'ultimo ad aprile del'anno scorso).
Potrebbe sembrare a prima vista di trovarsi di fronte a uno dei tanti side-project che ultimamente, soprattutto in ambito progressivo, vanno tanto di moda, magari sfruttando la notorietà e l’esposizione che può derivare dalla presenza di nomi di calibro più o meno grosso. E anche se la presenza del (giustamente) celebratissimo Roine Stolt (Flower Kings, Transatlantic) può far pensare ad un’operazione simile, veramente non è così.
Guardando infatti la prima formazione (cambierà ad ogni album), oltre al nome di Stolt si incontrano anche quelli di Andy Tillison (Parallel or 90 Degrees) e David Jackson (Van Der Graaf Generator) ed il risultato, come è facile intuire è un gran calderone di eperienze diverse, ma che ha l’incontestabile merito di costituire un’appassionato e genuino omaggio al progressive inglese in tutte le sue forme ed espressioni, senza avere quella patina di artificiosità che hanno lavori similari o artisti osannati un po’ troppo frettolosamente da pubblico e critica (vedi Steven Wilson).

"The Music That Died Alone" è il loro album di debutto, un disco succoso e ricco di atmosfere e ritmi.

Quattro lunghe suite, variegate ed eclettiche che rimandano ai capisaldi del genere, da Yes a King Crimson agli stessi Van Der Graaf Generator, oviamente riletti e rielaborati per l’occasione, grazie anche allo stile inconfondibile di Stolt.
Il brano che vi propongo è la complessa "In Darkest Dreams" dove l’immensa qualità dei musicisti coinvolti riesce a far passare l’ascoltatore da momenti più romantici ("A Sax In The Dark", "In Dark Dreams") ad altri più smaccatamente progressivi e celebrali ("Night Terrors", "on Returning"), non dimenticando mai quell’atmosfera un po’da film horror che pervade buona parte dell’album.

Molto consigliato.

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