E si parte. Nessun indirizzo prestabilito, solo l'intensa percezione del suono a far da bussola e la certezza che quando l'ultima traccia finisce, senti il bisogno di riascoltare tutto daccapo.

L'inizio è folgorante, "Lonely Star" cementa le tracce a venire, quasi dimenticando il precedente (di pochi mesi a dire il vero) "House Of Baloons".

Qui tutto è più dilatato: la musica, le percussioni a tratti ossessive, la voce.

Lontano dal pop e lontano da ogni catalogazione.

Gioielli sparsi la title-track, "The Birds Part 1", "The Zone" con la voce campionata ad libitum in sottofondo, l'infinita ed eterea "Gone" ed i tratti dub della conclusiva "Heaven Or Las Vegas".

Piccolo neo l'acustica (ostica) "Rolling Stone", troppo CraigDaviseggiante, e sinceramente fuori dal mood dell'intera opera.

Chiamatela pure Contemporary R'n'B o Post Dubstep: chiamatela come vi pare, ma infiammatevi ad ogni tratto percussivo, la vera forza di questo disco.

Abel Tesfaye aka The Weeknd ha colpito al cuore.

Elenco tracce e video

01   Lonely Star (05:49)

02   Life of the Party (04:57)

03   Thursday (05:20)

04   The Zone (06:58)

05   The Birds, Part 1 (03:35)

06   The Birds, Part 2 (05:51)

07   Rolling Stone (03:51)

08   Gone (08:06)

09   Heaven or Las Vegas (05:57)

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