Due anni dopo lo splendido "Elephant" ritornano i due White con un nuovo CD.
Dopo aver scritto capolavori rock negli anni passati, essere andati all'essenza assoluta della musica (1 chitarra, 1 batteria, stop), al cuore della melodia, alla sublimazione della citazione rielaborata, i White Stripes scelgono di cambiare, rimanendo fedeli a sè stessi.

Se il singolo "Blue Orchid" è segnato da una sostanziale continuità con l'album precedente, è sufficiente passare all'ascolto del secondo brano di "...Satan" per capire che Jack e Meg hanno svoltato. La voglia di sperimentare è evidente, così come la scelta, per una volta, di utilizzare con parsimonia il distorsore e farsi cullare da suoni acustici. Il piano e addirittura lo xilofono accompagnano molti brani, quà e là bruscamente interrotti da sferzate rumoriste.

Non mancano citazioni, escursioni country, filastrocche... il tutto è però pienamente coerente, il sottile filo del genio melodico lega i brani, l'energia è palpabile anche nelle ballate più lente; i White Stripes sono sempre loro, ruvidi e splendenti punti di riferimento.

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