C'era da aspettarselo. Uno non può fare lo stesso disco per sempre. Gli U2 se ne sono accorti dopo quattro album, più o meno come i White Stripes, ovvero il gruppo più strano della terra in quanto a line up, con un peso quasi insostenibile dopo un capolavoro come "Elephant" e quel giro di basso\chitarra che ha fatto impazzire il mondo e che è diventato il riff di chitarra più famoso dai tempi di "Smells Like A Teen Spirit". Jack e Meg hanno quindi sentito l'esigenza (dovere?) di abbandanore il rock'n'roll scarno, Stoogesistico, e il blues (poco) ortodosso dei primi album e del loro masterpiece per cercare di rinnovarsi e non essere sempre "quelli che fanno rock senza il basso". Anzi, a dirla tutta, in questo cd di rock non c'è quasi nulla.
Forse solo il primo singolo "Blue Orchid", con quel riff metallico alla ACDC - Led Zeppelin, la batteria scarna, sporca essenziale e la voce in falsetto che ricorda per l'appunto Robert Plant. "Blue Orchid", però, è l'eccezione, non la regola. "Get Behind Me Satan" consta di una crescita sonora per il duo di Detroit, crescita che equivale all'uso di strumenti come la marimba e lo shaker, e di un repertorio fatto più di ballate pop (la splendida "Forever For Her (Is Over For Me)" e la particolarissima "Passive Manipulation"), di blues dolenti ("Instict Blues") e di pezzi "da ballare", come "My Doorbell", e " The Daniel Twist", dove non potrete fare a meno di muovervi al ritmo pseudo funk che le pervade. C'è perfino un'incursione nel country ("Little Ghost") e una canzone à la Bowie come "The Nurse". In definitiva, un album che farà storcere un pò la bocca a chi ha amato il rock rivitalizzato dalla genialità di questi due ragazzi, ma che di sicuro raccoglierà nuovi ammiratori. Peace.
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