1966, "A Quick One", ovvero il ritorno dei Mods sfascia chitarre... anche se questa volta c'è qualcosa di più.

Loro non sono stati mai dei veri Mods, anche se "My Generation" era l'inno dei Mods. Loro non sono mai stati neanche Hippie, "Troppo incazzati per essere Hippie", ricordava Pete. Sono per caso stati asserviti al sistema ed alle case discografiche? No, no...

Gli Who sono semplicemente stati loro stessi, questo è certo. Quest'album ne è la dimostrazione, oltre ad essere stato un ottimo biglietto da visita per il loro avvenire. Mettendo l'LP nel giradischi (oppure il CD nel lettore cd, come preferite :-P), ci si ritrova subito immersi nel bel mezzo della Swinging London, a "cavallo" di una lambretta piena di fari e specchietti, magari in compagnia di una bella biondina, rigorosamente con i capelli corti.

"Run Run Run" è travolgente, si sente che Pete ci sa proprio fare con penna e chitarra. "Boris The Spider" è una delle prime dimostrazioni di come il gusto del macabro nero di Entwistle, unito ad ottimi riff aggressivi di basso, possano dare luce a piccoli capolavori come questa canzone. Procediamo con una scatenata "I Need You", scritta dal pazzo Moon The Loon; la batteria in questo brano è impressionante... provate solo ad ascoltare a volume sostenuto il ritornello... vi sembrerà che Moon vi sbatta i piatti direttamente nel cervello... davvero pazzesco.
"Whiskey Man" è l'ennesimo bel pezzo scritto da Entwistle. La storia vuole che il produttore degli Who, Kit Lambert, avesse proposto al gruppo di scrivere almeno due canzoni a testa. Roger fu l'unico a non attendersi strettamente alla richiesta, scrivendo solo la breve "See My Way". "Heat Wave" è ancora pop rock mods da disco (e per disco non intendo quelle cose abominevoli che troviamo oggi in periferia).

"Cobwebs and Strange" è una canzone eccezionale che riesce a essere allo stesso tempo geniale, innovativa, orecchiabile e virtuosa; il suo autore, Moon, batte come non mai su quel rullante e sulla cassa, e solo ascoltandola si riesce a capire come facesse quell'uomo a rimuovere il Charleston nei concerti in favore di un Crash... "Don't Look Away" è di nuovo ottimo pop scritto dal maestro Pete Townshend; in questa canzone si notano molto i cori cantati da Pete e da John, che sono componente fondamentale di moltissime canzoni degli Who. "So Sad About Us" è la solita minestra; una minestra buonissima, di cui mi nutrirei 365 giorni all'anno, alla mattina ed alla sera.
Precisione, Rabbia, Potenza, Inventiva, Innovazione, Adattamento... in una parola Who. E che ti combina Pete se manca ancora troppo spazio sull'LP? Una Mini Opera, che domande!

Egli prende sul serio la proposta di Kit Lambert, e crea una piccola rock opera di 9 minuti formata da tante piccole canzoni: "A Quick One, While He's Away". In se l'opera non è un capolavoro, ma è l'idea ad essere prematura rispetto ai tempi e molto originale. Per apprezzare a pieno questa piccola opera bisogna sentire la versione del "Live At Leeds" del '70... un'occasione in più per ammirare come questo gruppo fosse in grado di reinterpretare migliorando ogni suo brano nei Live, il tutto improvvisando.
I testi sono, come sempre, originali e decisamente scandalosi... negli Stati Uniti l'album uscì sotto il nome di "Happy Jack" anche per questa ragione... "La sveltina" della ragazza con il Macchinista Ivor proprio non andava giù ai dirigenti delle case discografiche. Altre caratteristiche degne di nota in questa mini-opera sono il "tichettare" di Moon con le bacchette sul lato del Tom e i cori "Cello Cello Cello" in sostituzione dello strumento vero e proprio, che per i costi troppo elevati non era disponibile in sede di registrazione.

Ottima anche la prestazione vocale finale di John Entwistle, mentre canta "You Are Forgiven...". La rimasterizzazione del '95 aggiunge ben 10 canzoni... tutte molto orecchiabili. Bella la cover di "Batman" e "Barbara Ann" (l'ultima eseguita per far piacere a Moon che era un fans dei Beach Boys e di tutta la Surf Music), bella la psichedelica "Disguises" e l'angosciante "Doctor Doctor". Divertente "My Generation" con l'attacco di "Land Of Hope And Glory".
Un album consigliato a tutti... molto lontano dall'Hard Rock di "Who's Next" e dal Prog di "Tommy", ma non per questo secondario. Se vogliamo dividere gli Who in periodi musicali, questo album rappresenta al meglio (con 100% di presenza del fattore Who) il primo periodo Mod.

Ottimo, 5 Stelle.

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