"Da ragazzo giocavo moltissimo a bowling e il modo in cui lanciavo la palla verso i birilli

mi ha influenzato parecchio quando ho preso in mano la chitarra".

(Pete Townshend 1965)

 

Dopo la pubblicazione del primo disco gli Who - nonostante i consensi raccolti - attraversano un periodo in cui i conflitti interni aumentano per via dell'entrata in collisione tra i caratteri di Pete Townshend e Roger Daltrey riguardo alla leadership del gruppo. In contemporanea c'è la controversia tra il manager del gruppo Shel Talmy della Decca Records e Kit Lambert  che con Chris Stamp oltre ad aver compreso subito il potenziale del chitarrista, porta poi alla scissione del contratto con la major britannica.  Le vendite del disco d'esordio non riescono a compensare la deficitaria situazione della cassa della band, per via anche della irriverente abitudine di distruggere gli strumenti ad ogni finale di show.

La musica degli Who fa da sottofondo (e da protagonista, perché no!) a quelle storie di rivalità in cui gli "eleganti" mods ed i "proletari" rockers dominano una dicotomica realtà  in cui i giovani sono accomunati dal medesimo malessere; un fermo desiderio di cambiamento e di ricerca di se stessi che avviene attraverso il passivo muoversi del branco scansando il possibile inganno sociale e che la musica dei quattro riesce ad esprimere con efficacia. A circa un anno di distanza per l'incisione di nuovi brani la preferenza è ancora per gli IBC Studios di Upper Regent Street a Londra, e per la realizzazione delle registrazioni Daltrey, Townshend, Entwistle e Moon - considerata l'infelice situazione finanziaria, -  contribuiscono con un cospicuo versamento di 500 sterline.  E per non farsi mancare nulla,  l'eterna disputa tra Daltrey e Townshend riguardo a chi dovesse ricoprire il ruolo guida all'interno del gruppo non facilità di certo le cose.

La partenza di "Run Run Run" rispecchia la perfetta combinazione di certe sonorità blues rock e sapori beatlesiani che si miscelano confondendosi ad hoc. La scrittura di Townshend prosegue con "So Sad About Us", in cui a prevalere sono le melodie vocali e quella naturale e penetrante successione di accordi che mettono in mostra la crescente vena creativa del chitarrista.   Il tentativo di trarre linfa dalla diversificazione il cammino artistico del gruppo è evidente anche nel suggerimento del produttore Kit Lambert ad inserire brani di Daltrey, Entwistle e Moon.  "See My Way" è figlia della tenacia della vena compositiva di Daltrey che più di un ibrida prova dalle velleità psichedeliche non riesce ad essere. Decisamente migliore la prova di "I Need You" (palese omaggio agli scarafaggi) con cui Moon  riesce a trasmettere freschezza e stravaganza che contraddistingueranno sempre il suo modo di essere. Ma la palma d'argento spetta sicuramente al mite Entwistle. che con  "Boris The Spider" - che si regge su di una spaventevole linea di basso in cui il vischioso cantato  enuncia un'ironia horror dal sapore fumettistico (Now he's dropped on to the floor - Heading for the bedroom door - Maybe he's as scared  as me - Where's he gone now, I can't see - Boris the spider = Ora lui è caduto sul pavimento - Dirigendosi verso la porta della camera - Forse lui è spaventato come me - Dov'è andato adesso, non riesco a vedere - Boris il ragno). 

Al primo ascolto del disco è normale che si colga d'impatto  un'assenza di continuità stilistica. La mancanza di un filo conduttore che comunque non inficia la piacevole impressione di trovarsi, sì di fronte ad un insieme di canzoni che però svelano una geniale autostima  commista ad un talento creativo fuori dal comune.  E' per questo che si passa con piacere dall'atmosfera western che si respira in "Don't Look Away" al tentativo pop-soul di "Whiskey Man" (Entwistle), passando per l'immaginarsi da  spettatore fortunato agli inseguimenti senza fine tra gli stop-and-go musicali della chitarra di Townshend e le istintive e genuine percosse di Moon in "Cobwebs And Strange", per gioire infine di una versione più dinamica di "Heat Wave" portata al successo nel 1963 da Martha And The Vandellas. Al cospetto della title track o meglio di "A Quick One, While He's Away" si ha la fortuna di sentire il gruppo alle prese con un primo esempio di collage tra vari brani, quasi a voler rappresentare per la band, un embrionale tentativo nel voler superare il limite imposto dal formato canzone. Così nell'ordine "Her Man's Gone", "Crying Town", "We Have A Remedy", "Ivor The Engine Driver", "Soon Be Home" e "You Are Forgiven" sono le sei canzoni attraverso le quali prende forma un'ironica rappresentazione del tradimento; la fusione tra frammenti a cappella conditi con quel personale  modo di riprodurre e solcare le strade del rock ‘n' roll  soffusamente irradiate  da  sfocate immagini in grado di liberare la mente da inibizioni.

 E' evidente l'intenzione del gruppo nell'intraprendere un cammino musicale diverso da quello dell'esordio, in cui vengono elegantemente prese le distanze da rhythm and blues e rock ‘n' roll in senso stretto, propendendo per un percorso nuovo e preparatorio   all'immediato futuro che verrà.  Un disco che rappresenta molto più un lavoro di gruppo e che a livello di produzione forse poteva avere di più, senza comunque influire su quella capacità espressiva che proprio da qui in poi ha fatto guadagnare al gruppo la redditizia nomea di band più rumorosa del pianeta.

[Anche per il secondo disco l'America ha goduto di un nuovo titolo "Happy Jack", visto che il termine "sveltina" avrebbe potuto oltraggiare la morale pubblica. "Heatwave" lascia il posto ad "Happy Jack" collocata subito dopo "Cobwebs And Strange". La ristampa del cd per il trentennale è sicuramente un autentico piatto a cui è difficile resistere vista l'inclusione di ulteriori dieci tracce. Registrazioni (semi)nascoste che ci danno modo di esplorare appieno l'esteso universo degli Who: dalla riproposizione della celebre omonima soundtrack della sempreverde serie tv di "Batman" al classico Beach Boys a nome "Barbara Ann", per non parlare di meno note  b sides ma egualmente degne previously unreleased dissotterrate per la felicità di chi ne aspettava da tempo la giusta riesumazione].

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