Gli Who sono stati per lungo tempo una delle maggiori realtà del rock, annoverandosi tra quei gruppi che, volente o nolente, sono entrati a far parte dell'immaginario collettivo.

Questo doppio live risale al 1990, e traccia una vivissima immagine di ciò che fu la tournè dell'anno precedente; gli anni d'oro sono passati, Keith è ormai un doloroso ricordo, così come i loro ultimi album in studio. Eppure, questo disco è un'incredibile dimostrazione di giovinezza. La novità sta nella pulizia del suono, nell'uso di fiati, coristi e percussionisti: si denota la volontà di regalare una performance fedele al massimo ai prodotti di studio, di stupire con una scaletta fuori dagli standard e di creare un'alternativa al grandissimo ‘Live At Leeds'. Indubbia la qualità dei musicisti: i tre membri rimasti del gruppo sono ancora in gran forma, e al loro fianco si susseguono grandi artisti; Bundrick, che manovra le tastiere dai tempi di ‘Quadrophenia', l'ottimo Bolton spalleggia Pete alla chitarra e il drummer Philips porta un'incredibile ventata di freschezza, utilizzando la doppia cassa(!). Il disco non poteva essere che meraviglioso.

Si parte con… beh con l'intero ‘Tommy'! Grandissima interpretazione, intensa, drammatica, perfetta, coinvolgente, senza la minima sbavatura. Le melodie si intrecciano tra chitarre acustiche, elettriche, trombe di ogni genere e la naturale passione messa nei vocals dal grandissimo Daltrey. Non mancano, come anticipavo, le sorprese: The Hawker è riarrangiato in versione blues, John canta Cousin Kelvin e Fiddle About (proprio come nelle originali!) e Townshend incanta su Sparks e The Acid Queen, fino a giungere all'estasi collettiva di We're Not Gonna Take It, che fa anche da chiusura al primo Cd. Ma non esitiamo, inseriamo nel lettore la seconda parte del concerto! Si continua tra i grandi classici di sempre del gruppo ( 5:15, Love Reign O'er Me, Join Together) e una interessantissima selezione di pezzi secondari e da album solisti, come la dinamica Face The Face, il rock divertente di Rough Boys, una fantastica versione si Eminence Front e altri ancora.

Il finale è inevitabilmente affidato alla commuovente Behind Blue Eyes e a Won't Get Fooled Again, sublime, immensa, nata per farci smarrire tra le note del synth, per farci muovere le dita sognando di sfregare le corde di una chitarra immaginaria e per farci gridare con Roger tutta la nostra rabbia, la nostra gioia, il nostro amore per una musica che pochi gruppi sanno rendere così emozionante.

Un live stupendo, che riascolto sempre con trepidazione, aspettando l'una o l'altra canzone, immancabile per qualsiasi amante del rock.. E quando l'ultimo vociare del pubblico si sarà spento nelle vostre cuffie, girate la custodia sul retro e leggete: "This album is dedicated to Keith Moon".

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