Apro Facebook. Arriva un messaggio. O meglio: un link. Con scritto: sono grandi. Di solito non clicco sui link, ma stavolta mi sentivo come obbligato a farlo. Clicco, e si spalanca davanti a me la pagina degli Who. Ce l'avevo fatta. L'avevo convertito alla grande musica. Gli ho rotto i maroni per mesi ma ce l'ho fatta! Basta con la dance, ora lui ascolta gli Who, i Pink Floyd e tanti altri. Ed è merito mio.

Ovviamente aveva ascoltato subito "My Generation". Non è il brano più bello degli Who, d'accordo, ma far conoscere la band inglese a qualcuno senza cominciare con "My Generation" è assurdo, almeno sotto il punto di vista dell'importanza. Nella stupida classifica di Rolling Stones si vedeno le cose più allucinanti: Nirvana, Beach Boys, Clash e ben tre brani dei Beatles nei primi 20. Poi niente prog. Nessuna canzone prog. Niente Supper's Ready o Lemmings. E per vedere la prima dei Floyd bisogna leggere prima 350 titoli. Però My Generation c'è, ed è lassù. 

Ciononostante, l'album è decisamente meno famoso rispetto a capolavori quali "Tommy", "Who's Next" o "Quadrophenia", nonostante sia mostruosamente avanti. "Out In The Street" è puro Rock And Roll. Segue "I Don't Mind" (di James Brown). "The Goods Gone" anticipa, con i suoi fraseggi elettrici, la musica che si dominerà la scena 5-10 anni dopo. Meno innovativa, ma sempre piacevole, la poppeggiante "La La La Lies", e lo stesso discorso vale per "Much Too Much". Poi il capolavoro: un aggressivo intro fa da preludio alla balbettante voce di Daltrey, e la canzone prosegue tra rabbia ed energia, al termine della quale spesso e volentieri avveniva la tanto famosa distruzione della strumentazione: quante band li imitarono nel fare ciò? Poi l'altro successo, che diventerà la title-track di una delle più grandi raccolte non solo degli Who, ma della storia del rock. "The Kids Are Alright". Il colpaccio è fatto. Segue una canzone blues, "Please Please Please". "It's no True" ripristina lo spensierato Rock n' Roll, e "The Ox", opera di tutti e quattro i componenti della band (la maggior parte delle altre è opera del solo Townshend) ci offre una scatenata progressione strumentale, con la batteria di Moon letteralmente impazzita.

Un album che, seppur ingenuo e con poco a che vedere con quelli che seguiranno, si può definire un capolavoro. Per conoscere la storia degli Who, uno dei gruppi che si sono evolti maggiormente nella loro carriera, bisogna passare obbligatoriamente attraverso "My Generation". E ascoltare la famosissima versione con la BBC. (quella del London Where? London England.)

qui la tracklist della versione Usa:

  1. Out In The Streets  2:31
  2. I Don't Mind  2:33
  3. The Goods Gone  4:00
  4. La-La-La-Lies  2:13
  5. Much Too Much  2:41
  6. My Generation  3:17
  7. The Kids Are Alright  3:03
  8. Please Please Please  2:43
  9. It's No True  2:27
  10. The Ox  2:47
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