See me, feel me

The Who sono stati l'incarnazione dell'inquietudine giovanile inglese degli anni Sessanta, ai tempi delle loro origini mod e il fortunato disco d'esordio My Generation (1965); poi acclamati profeti glam-pop con il concept album Tommy (1969); infine paladini di un hard rock poderoso e tonico, a partire da Who's Next( (1971). Questa è una delle band più influenti della musica rock britannica e forse l'unica che seppe adeguarsi con modestia e coerenza al cambiare delle mode musicali in terra d'Albione tra i '60 e '70.

The Who erano una combinazione eterogenea di caratteri: il rissoso Keith Moon, impareggiabile e sregolato batterista morto poi nel 1978 per overdose di psicofarmaci, l'eccellente vocalist Roger Daltrey, insolente e carismatico animale da palco, John Entwistle, il bassista e "diplomatico" della band (scomparso nel 2002 per crisi cardiaca), ed infine "la mente" Pete Townshend, il chitarrista intellettuale e compositore geniale, nonché un esempio magistrale per i posteri nel suonare il suo strumento. Tra le poche ad avere successo negli Stati Uniti, i The Who nel 1967 fecero una lunga tournée in America, di cui il momento topico fu il Festival di Monterey, dove Moon distrusse l’ennesima batteria, Daltrey l'ennesimo microfono, Townshed fece i suoi abituali salti acrobatici, e Entwistle vigilò attento che nessuno si facesse male. Fu il trionfo e la consacrazione definitiva della band.

Nel 1969 esplose tra le mani dei quattro inglesi il botto di Tommy (Polydor), la prima Opera Rock della storia che riuscì ad impostare un ruolo nuovo per la musica giovane. Il segreto del successo di questo doppio Lp (concepito principalmente tra gli attivi neuroni di Townshend), è la coinvolgente storia di un bambino, Tommy, che vede il padre uccidere l’amante della madre e lo shock lo rende cieco, muto e sordo. Subisce poi degli abusi: sessuali da parte di uno zio, e maneschi dal cugino più grande. Però il piccolo Tommy ha una dote: è un fenomenale ed ineguagliabile giocatore di flipper. Diventerà un divo a livello mondiale riempiendo arene e stadi esibendosi in gare di flipper, per poi fallire nel suo illusorio tentativo d'onnipotenza assoluta.

La trama si svolge attraverso una serie d'indimenticabili brani, come la famosissima canzone See Me Feel Me, oppure I'm Free, Sparks, The Acid Queen, Tommy Can You Hear Me?, e We're Not Gonna Take It. Grazie a questi brani ed alle parti strumentali del disco - dove si amalgamano in un definitivo equilibrio il rock, il pop, la psichedelia ed il progressive - Townshend seppe dimostrare il proprio genio a critici e colleghi, facendosi così paladino degli eccezionali progressi raggiunti dalla musica pop sino a quel punto.
L'impostazione concettuale del disco fu abbinata poi ad un acclamato film diretto dal regista Ken Russel (Tommy: The Movie - 1975), una pellicola fantasticante, dall’ambientazione tipicamente "glam", coloratissima, cangiante, con immagini e situazioni irrazionali, con un fenomenale e trascinante Roger Daltrey nelle vesti tormentate del protagonista. Oltre al resto della band formidabili pure gli attori del cast: Eric Clapton nel ruolo del Predicatore, Jack Nicholson nel Medico Specialista, Tina Turner in quello "stupefacente" di Regina del Lsd, ed Elton John è il vivace clown PinBall con occhialoni e completi kitsch di raso; inoltre ci sono gli attori Oliver Red, Robert Powell e Ann Margret.

La storia della band da allora in poi sarà segnata dal confronto con questo doppio capolavoro, paragone sostenuto più che egregiamente con il più gran capolavoro della loro carriera, il leggendario Who's Next, disco che consegnò i The Who nell'Olimpo dei Grandi Classici. Ma questa è un'altra (lunga) storia.

"Tommy can you hear me?"

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