I dischi dei Thegiornalisti fanno schifo, però hanno un perchè d'esistere, e quindi non fanno schifo. Questo li discosta, ad esempio, dalle recenti trastullazioni intellettualoidi di Capossela o dei Massimo Volume, i cui dischi magari non fanno schifo (perlomeno non quelli di Vinicio), però non hanno assolutamente senso di esistere e quindi in realtà fanno schifo davvero, e di certo meritano fino all’ultima delle pernacchie ascellari che stanno ricevendo (e continueranno, si spera, a ricevere).

La carriera di Tommaso Paradiso e compagnia fino a “Fuoricampo”, targato 2014, è solo una puntata di Colorado Cafè un po’ più volgare e berlusconiana del solito. La saltiamo in un battito di barra spaziatrice per approdare al suddetto album, con cui cominciano a sfangare i coglioni a destra e manca con concetti come “romanticismo spinto”, “estati a Fregene”, “Carlo Verdone è dio” e “Venditti è la madonna”. Ma c’è da dire che “Promiscuità” è una delle tre canzoni più belle mai scritte in Italia e se non piangi sul testo di “Proteggi Questo Tuo Ragazzo” vuol dire che hai un asse da stiro incastrato nel culo. I tiratissimi synth anni 80 prolungavano l’eco di un pop melodioso e nostalgico, beceramente ruffiano eppure vivo, sottopelle, viscerale.

Poi è arrivato “Completamente Sold Out” che era viscerale nel senso di intestinale, da diarrea cronica garantita. Eppure, ancora una volta, aveva senso. Con questo disco Tommaso Paradiso è diventato la vittima sacrificale da dare alle trentenni single (la seconda categoria più rappresentata in Italia) in cerca di un proprio sex symbol. Nello stesso periodo, all’industria discografica italiana serviva qualcuno che potesse rilanciare la carriera di zavorre umane come Elisa Nina Zilli Malika Ayane Gianni Morandi Fabri Fibra e il più idiota dei due soliti idioti, che di certo non erano in grado di autoalimentarsi con canzoni scritte da loro; infine, era chiara la necessità di qualcuno che facesse del pop decerebrato, sentimentale e destrorso quanto il nostro presente di Paese, ma che si potesse anche ascoltare senza sentirsi coglioni, semplicemente lasciandosi trascinare dalla vibe malinconica. E la risposta a tutto ciò, ancora una volta, risiedeva in quello spazio mancante tra le parole ’the’ e ‘giornalisti’.

Va be “Riccione” sticazzi. A settembre del 2018 esce “Love” che forse è il loro album più curato e ragionato, e per questo fa cagare storto. E non ha senso.

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