Ci deve essere stato un momento, tra il tramonto degli Ottanta e l'alba dei Novanta in cui l'acido non lo presero solo i Flaming Lips ma si insediò sottocutaneamente ad una intera schiera di freak dal retaggio indipendente e capillare.

Con il tramonto dei big indipendenti, il punk che si rompe, le etichette che investono nel sotterraneo (tanto da renderlo non più sotterraneo) e l'anno del ragno alle porte il 1991 sembrava essere proprio l'anno di cristo sceso in terra. Al punto che tutti hanno dimenticato i Thinking Fellers Union Local 282, una comune freak ambulante e deragliante, più che una band. Approccio compositivo poliforme e da banda, sfilacciature ritmiche pregne dei Fall più monocordi, fattanze slacker e annoiate (costante della prima Matador) infilate lisce in un contesto continuamente in fieri che tanto porta alla mente i Sun City Girls, altra band che fa della sconclusione e della mancanza di staticità compositiva un cardine. Ci senti il deserto dei Meat Puppets e non sbagli ("Nail In The Head"), ci senti il singolo che i Sonic Youth avrebbero dovuto tirare fuori l'anno precedente ("2x4") e ci trovi pure le distorsioni di scuola Touch & Go ("Sinking Boats"). Tutti rimandi disambiguati da una costruzione personalissima e con pochi eguali contemporanei in termini di assenza di lucidità (mi vengono in mente i già citati Sun City Girls, i più canonici Dogbowl ed in ambiti più estremi i Trumans Water).

Io gli perdono pure una decina di minuti di riprese stonate, è quello il bello di essere artist but not arty, e qualcuno perdoni chi li ha persi nel mare magnum di quegli anni di fuoco e fiamme.

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